Il Feyenoord Rotterdam ha conosciuto la sua genesi calcistica nel 1908, anno di fondazione del club, ed é stata la prima squadra a portare la Coppa dei Campioni in Olanda nel 1970, aprendo alla stagione del grande calcio olandese tenuto in auge successivamente dalle imprese dell’Ajax. Il Feyenoord é il club dell’omonimo distretto nel sud della città di Rotterdam seconda per importanza soltanto alla capitale Amsterdam e principale snodo commerciale del Paese in quanto titolare del più grande porto d’Europa, il quarto al mondo. Per questo motivo rappresenta, come storia tramanda, la squadra della working class olandese, nata tra la gente delle fabbriche, dei cantieri, del porto e nota con l’epiteto di “Volkelftal”, squadra del popolo. Dopo la diaspora estiva che ha portato lontano da Rotterdam l’allenatore Ronald Koeman – trasferitosi al Southampton con il bomber Pellè – i reduci dal Mondiale De Vrij, Janmaat e Martins Indi, andati a nobilitare club di altre leghe europee più in vista, la società ha intrapreso un’ opera di rifondazione basata sulla valorizzazione delle risorse interne provenienti dal Varkenoord – l’accademia dove si plasmano i futuri componenti della rosa biancorossa- secondo vivaio d’Olanda per prestigio e floridità alle spalle di quello dell’Ajax. In sostituzione dei partenti, il mercato estivo caratterizzato da un lungo impasse, ha generato l’approdo a Rotterdam di Boulahrouz, Toornstra, Basacikoglu, seguiti dall’australiano Wilkshire, il figliol prodigo El Ahmadi ed il portiere Kenneth Vermeer dall’Ajax, bocciato dai lancieri perchè ritenuto scarsamente affidabile tra i pali. Tante facce ma pochi volti in grado di conferire maggior incisività ad una formazione comunque di grande tradizione come quella di Rotterdam che vanta tra le sue conquiste, 14 campionati Eredivisie (1924, 1928, 1936, 1938, 1940, 1961, 1962, 1965, 1969, 1971, 1974, 1984, 1993, 1999) 11 Coppe nazionali (1930, 1935, 1965, 1969, 1980, 1984, 1991, 1992, 1994, 1995, 2008) 2 Supercoppe nazionali (1991, 1999)1 Coppa dei Campioni (1970) 2 Coppe UEFA (1974, 2002) 1 Coppa Intercontinentale (1970). L
L’ALLENATORE Fred Rutten é stato il nome designato dalla dirigenza biancorossa per raccogliere la pesante eredità di Ronald Koeman. Ex timoniere di PSV e Vitesse fra le altre, reduce da esperienze non propriamente soddisfacenti, Rutten ha avuto l’onore e l’onere di presiedere alla ricostruzione del nuovo Feyenoord, cercando di trasmettere la propria impronta. Fiero assertore del 4-3-3 non sembra ancora esser riuscito a centrare il giusto equilibrio per una squadra che ha cambiato la propria ossatura con tanti innesti nuovi. La marcia in campionato è finora in linea con le stagioni precedenti e vede la formazione di Rotterdam alloggiata in terza posizione, avendo subito rovesci inopinati come quelli recenti contro Heerenveen ed Heracles in trasferta.
ANALISI TATTICA – Il 4-3-3 è modulo d’ordinanza in Olanda, una sorta di mantra per ogni allenatore olandese che si rispetti. Anche Rutten non sfugge a questo habitus, essendo un esponente del sistema di gioco più adoperato nei Paesi Bassi. Il Feyenoord è una squadra giovanissima e quindi capace di fornire al verbo tattico dell’allenatore olandese un’interpretazione molto dinamica. Pertanto se da una parte paga sicuramente qualcosa da un punto di vista dell’esperienza, l’undici biancorosso prova a colmare queste lacune proprio con la motilità e mobilità dei suoi giocatori.
La linea a quattro di difesa è classica, con due centrali discretamente dotati da un punto di vista fisico, che pagano però un po’ di lentezza e soprattutto un rendimento discontinuo nel corso dei novanta minuti in particolar modo per quanto pertiene alla concentrazione. I terzini, invece, come in ogni 4-3-3 a trazione anteriore, amano poter salire in fase offensiva, sia come portatori di palla che per appoggiare le sortite dei propri compagni.
A centrocampo le peculiarità sono equilibrio e duttilità: uno degli interni rimane genericamente più basso per coprire con maggiore efficacia la cerniera difensiva centrale, mentre le due mezzali tecnicamente più dotate si muovono maggiormente per dare opzioni al portatore di palla ed inventare trame di gioco illeggibili per gli avversari. Sia Clasie che Immers sono due calciatori che sanno dare del tu al pallone. Bravi nella gestione e nella conduzione dello stesso, non disdegnano l’eventualità di incrociarsi fra di loro. In particolare il primo é un punto fermo dello schieramento per la capacità di dettare perfettamente i tempi di gioco malgrado una statura fisica non dominante.
Gli esterni d’attacco Boetius e Manu ( quest’ultimo non in perfette condizioni quindi probabilmente sostituito da Toornstra) sono molto mobili e tendono ad allargarsi o a stringersi a seconda delle contingenze di gioco, ricercando in maniera costante la profondità.
La punta centrale in ossequio ai canoni del calcio Oranje si configura come un elemento più statico rispetto ai propri compagni di reparto: si propone da riferimento avanzato per proteggere palla consentendo alla squadra di salire, eseguendo talvolta dei tagli per aprire varchi utili all’inserimento di ali e centrocampisti. Dunque un 4-3-3 dal chiaro dinamismo dove il pacchetto arretrato risulta essere il punto debole della squadra assieme all’intera fase di non possesso palla, trama sulla quale i giallorossi dovranno insistere nella convinzione di poter creare grosse difficoltà agli avversari.
FORMAZIONE FEYENOORD (4-3-3): Vermeer; Boulahrouz, Mathijsen, Kongolo, Nelom; Clasie, Vilhena; Toornstra, Immers, Boetius; Kazim-Richards. Allenatore: Fred Rutten
PARTITE DA RECORD
Vittoria più alta in tutte le competizioni: 12-0 in trasferta sull’US Ru-melange (27/09/1972 in Coppa UEFA)
Sconfitta più alta in tutte le competizioni: 0-10 in trasferta dal PSV Eindhoven (24/10/2010 in Eredivisie)
LA STELLA – Jordi Clasie è un classe ’91 prodotto del vivaio biancorosso capace nonostante la giovane età di imporsi come capitano, al termine di un percorso erratico avviato da una stagione in prestito all’Excelsior, prodromi di una bocciatura considerata l’attitudine del Feyenoord a puntare sui suoi giovani, salvo poi tornare alla base divenendo progressivamente un insostituibile valore tecnico per i suoi. Piedi di velluto rosso e cuore caldo, è il faro della manovra dei Rotterdammers: tantissimi palloni giocati, anche con pregevoli tocchi in profondità, prerogativa che gli è valso il soprannome di Xavi di Haarlem oltre che l’immunità nel 4-3-3 di Rutten. Idolo incontrastato della gente del De Kuip il suo impatto nel campionato olandese è reputato inferiore soltanto a quello di Memphis Depay elemento offensivo del Psv – primatista di reti in Eredivisie con 15 centri – che può dunque giovarsi di statistiche più elevate in funzione dei numerosi gol ed assist realizzati. Veder giocare Clasie tuttavia toglie ogni dubbio sulla pregevolezza del suo stile e sull’importanza della sua presenza in campo, in virtù della titolarità di un timing perfetto nelle sue giocate, di un preciso senso della posizione e della capacità di lettura innata dei movimenti dei suoi compagni puntualmente premiati con sapidi passaggi.
LA TIFOSERIA – La Het Legioen, in italiano legione straniera, è il nome della tifoseria organizzata del Feyenoord. I supporters del “club lungo la Mosa” si contraddistinguono come una tra le tifoserie più calde d’Olanda mosse da spirito di emulazione verso il movimento hooligans inglese e da uno stile adiacente a quello italiano (fitto utilizzo di fumogeni, bengala, artifici pirotecnici). Altro tratto distintivo della tifoseria olandese è rappresentato dall’accentuata simpatia politica per i movimenti di estrema destra, per la verità appannaggio di molteplici tifoserie, olandesi e non. Le loro gesta hanno segnato una stagione alquanto complicata del calcio olandese in passato. La rivalità con i tifosi dell’Ajax si identifica come ancestrale, tanto che nel lontano 1997 i due gruppi si diedero appuntamento nelle campagne di Beverwijk, non troppo distante dall’autostrada di Amsterdam per suonarsele di santa ragione eludendo il dispositivo di sicurezza predisposto dalle forze dell’ordine. L’episodio balzò ai “disonori” delle cronache come la “Battaglia di Beverwijk” ed un tifoso ajacide rimase ucciso nei durissimi scontri. Altra rivalità molto sentita e prettamente sociale è con l’altra sponda della città di Rotterdam, quella facente capo allo Sparta, squadra altolocata che coniò per i selvaggi del sud il soprannome di “Kakkerlakken” ovvero scarafaggi, con un chiaro rimando alle origini popolari dei supporter rivali che in tutta risposta hanno ribattezzato quelli dello Sparta Junks, ossia tossici, alludendo alle condizioni di particolare degrado a cui era esposto il quartiere di Spangen, ricolmo di tossicodipendenti. A Roma nella sfida di andata sono giunti circa sei mila tifosi ad accompagnare la trasferta del Feyenoord. Il Volksverhuizing cosiddetta trasferta di massa è una tradizione consolidata per quanto riguarda il Feyenoord, ingaggiata nel 1963, allorché migliaia di persone si recarono in nave a Lisbona dal porto di Rotterdam per assistere alla semifinale di Coppa Campioni contro il Benfica. Nel 2006 le intemperanze dei tifosi ed in particolare del gruppo ” SCF” a Nancy costarono alla squadra l’eliminazione d’ufficio dalla Coppa Uefa.
A cura di Danilo Sancamillo
Twitter: @DSancamillo