(F. Ferrazza) – Tra l’esportazione del marchio Roma in Cina e la messa in vendita del mini-abbonamento per le ultime 7 gare casalinghe di campionato, a vincere il premio dell’operazione comunicativa riuscita peggio è senz’altro la scelta di presentare in conferenza stampa Doumbia, il giorno dopo l’ennesimo pareggio con una piccola. Così, mentre la maglia da collezione con la scritta celebrativa del capodanno cinese ha fatto il giro del mondo nella domenica peggiore, fa un po’ tenerezza l’attaccante ivoriano, vittima prima dei tanti fischi per il suo pessimo e (in larga parte) incolpevole esordio, poi piazzato davanti ai cronisti all’indomani di una crisi certificata dallo scialbo 0-0 contro il Parma (quinto pareggio consecutivo in campionato all’Olimpico). Una specie di vittima sacrificale, che poco può replicare alle domande dei presenti. «Lavorerò per trasformare i fischi in applausi», e ancora: «Ero in Coppa d’Africa quando ho saputo dell’interesse della Roma, ma sono due anni che ne parlo con Gervinho». Infine: «Sono un centravanti cui piace giocare in area di rigore. Ho bisogno di fiducia e spero di essere un valore aggiunto».
Se lo augurano anche i romanisti, che si preparano ad assistere alla gara di Europa League di giovedì contro il Feyenoord. Di nuovo all’Olimpico. Garcia, che ha ieri ritrovato Totti e valuterà se lasciare Doumbia in panchina, è stato descritto come molto duro nei confronti della squadra, sia all’Olimpico, a caldo, subito dopo la gara, sia ieri, a Trigoria. Le figuracce che pesano sulla testa dell’allenatore sono difficili da digerire e in spogliatoio si è aperto un vero e proprio processo — dibattito per capire cause e rimedi. Intanto il tecnico chiede una vittoria ai suoi contro gli olandesi, in una serata da bollino rosso per l’ordine pubblico. Saranno circa 5mila i tifosi ospiti da gestire fin dalla vigilia.