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REPUBBLICA Marino: “Prefetto e questore non sono stati all’altezza la città era senza difese”

Ignazio Marino
Ignazio Marino

(G. Cerasa) – Barbari, teppisti, orde di criminali, vandali». Giudizi impietosi e accuse taglienti. Ignazio Marino, sindaco di Roma, ieri pomeriggio ha vissuto un’altra giornata campale: ogni bottiglia di birra che sfregiava la fontana della Barcaccia in piazza di Spagna era come una ferita al cuore.

Adesso è furioso.

«Ma ha visto che hanno combinato? Questi mascalzoni, questi finti tifosi, teppisti di razza. Hanno messo a ferro e a fuoco la città per 48 ore. E si sono placati solo quando le più belle piazze di Roma sono diventate un campo di battaglia. Io cerco le parole adatte ma non le trovo. Ogni cosa che dico potrebbe sembrare riduttiva. La verità è che sono indignato, arrabbiato, sono molto, molto infuriato. Non è accettabile che i vertici della sicurezza non siano stati in condizione di proteggere monumenti, negozi, turisti, la gente di Roma. È uno scandalo che voglio denunciare con tutte le mie forze. Questa è un’altra ferita per la città, proprio mentre stiamo facendo sforzi incredibile per sollevarla, per migliorare la qualità della vita e dell’arte. Prenda la Barcaccia: un donatore privato aveva restaurato la fontana del Bernini. Questi vandali adesso l’hanno violentata, sporcata, danneggiata».

Lei sta accusando prefetto e questore di non aver fatto il proprio dovere?

«Guardi, noi a Roma abbiamo degli agenti delle forze ordine straordinari che mettono il massimo impegno nel loro lavoro. Io mi riferisco a chi ha responsabilità e fa scelte strategiche in difesa della città. Costoro ieri mattina ci hanno assicurato che potevamo stare tranquilli, che non ci sarebbero stati altri disordini dopo quelli del giorno prima a Campo de’ Fiori. E noi ci abbiamo creduto. Abbiamo sperato. Ma il risultato adesso è sotto gli occhi di tutti. Il prefetto ci ha detto alle otto di ieri mattina: è tutto ok, tutto andrà liscio. Col passare delle ore ci siamo accorti che le forze di polizia non hanno avuto disposizioni corrette dai loro vertici, mettendo a rischio la serenità e la tranquillità del salotto più bello del mondo».

Lei chiederà al ministro Alfano di rimuovere prefetto e questore?

«Ieri, quando l’ho cercato, Angelino Alfano era all’estero. Io so soltanto che prefetto e questore non sono stati all’altezza della sfida, non hanno saputo garantire la sicurezza della città. Del resto sono mesi che parliamo di criticità. Qui abbiamo un numero di forze dell’ordine esiguo per la capitale d’Italia. Lo volete capire? Vogliamo centinaia di uomini in più perché siamo uno dei potenziali obbiettivi del terrorismo. Oggi chiederò spiegazioni al ministro, pretenderò risposte. Se cacciare o no il prefetto e il questore lo decide il governo. Noi possiamo solo dire: non ci sentiamo protetti e vogliamo che episodi del genere non accadano mai più».

Lei in un tweet ha detto: non finisce qui. Dove vuole arrivare?

«Ho parlato con il vice ambasciatore olandese e gli ho detto: dovete avere il coraggio di strappare in faccia a questi teppisti il loro passaporto. Dovete bloccarli, non farli più partire. Questo non è tifo, è barbarie. Ecco, introduciamo il principio del chi rompe paga. Qui non si tratta solo del danno alla Barcaccia, ma è l’intera città che è stata messa in ginocchio: negozianti terrorizzati hanno abbassato le saracinesche, cittadini spaventati, i turisti increduli che vedevano azioni di pura guerriglia metropolitana. Per finire con 15 bus di Atac vandalizzati. E ora chi li ricompra?»

Ecco sindaco, chi paga?

«Io propongo che i dirigenti del Feyenoord questa mattina mettano mano al blocchetto di assegni, chiamino il sindaco di Roma e risarciscano la Capitale. Anzi, sa che le dico? Tutte le squadre che giocano tornei internazionali debbono dotarsi di un fondo, siano cioè in grado di indennizzare le città in caso di atti di teppismo come questo. Oggi lo proporrò ufficialmente al governo, sperando che diventi un provvedimento condiviso a livello internazionale. Si, questo è il principio del chi rompe paga».

Ma probabilmente va rivisto il contenuto e la gestione delle ordinanze anti-alcol. Servono ancora se poi a migliaia arrivano allo stadio ubriachi?

«Ma no, le norme anti alcol ci sono e servono. Ma se queste carogne vengono in Italia, sicure di poter fare qui quello che mai farebbero nei loro Paesi, se vengono imbottiti di bottiglie o le acquistano nei negozietti di Roma e si ubriacano, non c’è ordinanza che tenga. Ecco perché torno a tirare in ballo le responsabilità di prefetto e questore».

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