Condannati a vincere, nei prossimi anni, per soddisfare le esigenze sportive dei tifosi, ma, soprattutto, per ammortizzare il peso degli interessi passivi (e non solo) collegati al maxi bond da 200 milioni di euro, che l’AS Roma sta studiando, in queste ore, insieme ai consulenti finanziari della Goldman Sachs, una delle principali banche d’affari a livello mondiale. E’ il destino futuro della società giallorossa, che crede in questa operazione straordinaria per una duplice finalità: rilancio della società (potendo utilizzare flussi di denaro fresco) e rifinanziamento dei debiti (più di 130 milioni di euro) presenti nel bilancio della società capitolina.
Il bilancio consolidato al 30 giugno 2014 non lascia dubbi al riguardo: le perdite ammontano a 38,55 milioni di euro ed il patrimonio netto è negativo per 81,3 milioni. Un trend in linea con quanto era già avvenuto nell’esercizio precedente: -66 milioni nel 2012/13. Il prestito obbligazionario, di cui ancora non si conoscono i dettagli tecnici, sarà venduto ad investitori istituzionali (fondi ed istituti di credito), per poi essere proposto dagli stessi al mercato dei risparmiatori.
Per gestire l’intera operazione nascerà una società ad hoc, dove confluiranno i ricavi collegati ai diritti audiovisivi (Serie A, coppa Italia e, soprattutto, competizioni internazionali) e allo sfruttamento commerciale del marchio. La nuova struttura sarà al 100 per cento di proprietà dell’AS Roma e il denaro che arriverà dall’emissione del bond verrà girato alla controllante.
Gli addetti ai lavori attendono di conoscere la struttura del progetto per valutare se il bilancio giallorosso è in grado di sostenere gli oneri finanziari di questo super prestito, attraverso un idoneo margine di contribuzione. Di fatto si configura una redistribuzione del debito finanziario dagli attuali finanziatori (tra questi l’ex socio Unicredit) ad una pluralità di soggetti “istituzionali”. Il progetto targato Goldman Sachs ricalca la struttura dell’operazione messa in campo, nei mesi precedenti, dall’Inter del presidente Erick Thohir. Un bond, in questo caso, di 230 milionidi euro, con rate trimestrali da 3 milioni, a partire da giugno 2015, e con una maxi rata a saldo di 184 milioni nel 2019.
E’ un’opportunità fondamentale per trovare risorse da destinare alla gestione della società, in attesa dei soldi della Champions 2014/15, ma, soprattutto, della partenza del progetto del nuovo stadio nell’area di Tor di Valle. Il club si sta già muovendo nelle vendite, in perfetto stile sport professionistico a stelle e strisce; proponendo, per esempio, ad importanti multinazionali la vendita dei diritti di nome del futuro impianto. I dirigenti giallorossi ritengono che la particolarità architettonica del progetto e la passione dei turisti per la città di Roma, possano trasformare questo impianto in una delle attrazioni future della metropoli capitolina. Per questa ragione stanno proponendo la title-sponsorship ad un prezzo più che doppio rispetto perfino all’Allianz Arena di Monaco di Baviera.
Gli analisti di settore vedono nello sviluppo a breve del progetto sportivo, l’unica leva capace di generare vendite nei settori della biglietteria dell’Olimpico (di proprietà della Coni servizi), dell’ospitalità e del merchandising. La pubblicità bordo campo attrae l’indotto locale/nazionale (quelli di profilo internazionale sono appena nove), ma all’appello resta l’annosa questione della sponsorizzazione di maglia, priva da tempo di un brandcommerciale (dopo i fasti di Wind con importi superiori ai 6 milioni di euro). Adesso la partita da vincere è l’inaugurazione, in tempi rapidi, del cantiere di Tor di Valle, perché soltanto con il nuovo stadio ed i suoi potenziali ricavi questa operazione di “finanza creativa” può andare in gol.