Nell’archivio personale dell’ex Presidente giallorosso Francesco Marini Dettina, ancora oggi, è conservato un fascicolo che riguarda l’acquisto di Karl Heinz Schnellinger. Alcune foto, una relazione tecnica e infine i dettagli dell’operazione economica.
Marini Dettina non aveva affatto sbagliato nel puntare su un talento che al suo arrivo in giallorosso, nell’agosto 1964, fu giustamente definito dal tecnico Lorenzo, già nella sede del ritiro di Abbadia San Salvatore, “un giocatore mondiale”. Mai definizione fu più aderente alla realtà. Nato a Duren, in Germania il 31 marzo 1939, il suo palmares da calciatore è impressionante. Medaglia d’argento ai mondiali d’Inghilterra del 1966, medaglia di bronzo ai mondiali di Messico ’70, nel Milan ha conquistato per due volte la Coppa delle Coppe (1967/68 – 1972/73), una Coppa dei Campioni (1968/69), una Coppa Intercontinentale (1969), tre Coppe Italia (1966/67 – 1971/72, 1972/73) e un titolo di campione d’Italia (1967/68). A questo va aggiunto il titolo di Campione di Germania conquistato nel Colonia (1961/62) e la Coppa Italia vinta nella Roma (1964).
Cresciuto nell’S.G. Duren, Schnellinger debutta giovanissimo nella nazionale maggiore, il 2 aprile 1958 a Praga, contro la Cecoslovacchia. Disputa subito dopo due gare nel Campionato del mondo del 1958 (aprendo una serie di quattro partecipazioni consecutive alle rassegne iridate).
Il suo primo impatto con la Roma lo vive da avversario nell’edizione della Coppa delle Fiere del 1960/61. Nella gara disputata all’Olimpico, l’8 febbraio 1961, va anche in gol e fornisce una prestazione che non passa inosservata. Acquistato dalla Roma nella primavera 1963, viene girato in prestito al Mantova nell’ambito del trasferimento di Angelo Benedicto Sormani nella capitale. Karl arriverà alla Roma nell’agosto 1964. Nella prima operazione di peso effettuata in ritiro il 3 agosto, la bilancia si ferma sugli 80 Kg e 300. Angelino Cerretti annota diligentemente. Schnellinger è un concentrato di potenza e forza atletica che alla Roma mancava da tempo.
Il pubblico giallorosso può applaudirlo per la prima volta nella capitale, al Flaminio, il 19 agosto 1964in un match di presentazione contro la formazione Primavera. Come scrisse Lino Cascioli, tra il tedesco e la folla romanista è amore a prima vista tanto che “è stato addirittura applaudito a scena aperta per alcuni suoi numeri di grande effetto”.
Ancora più esplicito e profetico sarà Paolo Biagi: “E’ emersa la prestazione di Schnellinger possente e semplice, intelligente e astuto. Il ‘biondo’ ha subito conquistato il pubblico giallorosso che non gli ha lesinato applausi. Il tedesco ha cercato, spesso con successo, di registrare la difesa (…) il sapiente senso di regia del giocatore germanico potrebbe servire molto ad aiutare il centrocampo (…)“.
Nella sua unica stagione in giallorosso, ‘Volkswagen’ (più volte tra i candidati all’ingresso nella Hall of fame romanista), come venne affettuosamente soprannominato dai tifosi, disputò 29 gare in campionato (con un gol), 4 gare in Coppa Italia (2 valevoli per l’edizione del ’64 e 2 per quella del ’65) e 5 gare in Coppa delle Fiere (con una rete). Al successo nella Coppa Italia 1964 (meravigliosa la foto che a fine gara gli venne scattata mentre abbraccia De Sisti e Losi) avrebbe potuto aggiungersi un incredibile bis.
L’ultima gara in giallorosso di Schnellinger è, infatti, la semifinale di Coppa Italia disputata contro l’Inter il 9 giugno. L’importante match venne perso ai calci di rigore dopo che la Roma, che era stata in vantaggio per due reti a zero, si era vista riprendere con due autoreti e a un quarto d’ora dalla fine dei tempi regolamentari aveva colpito un clamoroso palo con Manfredini.
Trasferitosi al Milan, Schnellinger nel 1970 segnò una storica rete nella semifinale mondiale del 1970 allo stadio Azteca in quella che è stata definita la ‘partita del secolo’. Il match, nel 2009, ha dato lo spunto a Franco Re per realizzare il libro biografia dedicato a Schnellinger: “Il ’70 e i 70. Storia e racconti di un uomo che ha anche giocato a pallone”.
Fonte: asroma.it