(G. Piacentini) – Hanno applaudito e sostenuto la squadra per 80 minuti, fino al secondo gol di Muriel che ha chiuso definitivamente i giochi, poi hanno dato il via alla contestazione. Troppo grande, per i tifosi giallorossi, l’amarezza per la sconfitta contro la Sampdoria (la prima casalinga in campionato) arrivata dopo una serie infinita di pareggi casalinghi. Eppure la serata della curva Sud era cominciata con uno striscione d’incoraggiamento per Daniele De Rossi. «Il nostro amore oltre le malignità. DDR condottiero della città», il messaggio d’amore per Capitan Futuro.
«Andate a lavorare», «Tifiamo solo la maglia» e «Mercenari» i cori più utilizzati. Al centro della contestazione sono finiti alcuni giocatori più di altri: Gervinho ha ricevuto il maggior numero di fischi, e negli ultimi dieci minuti ad ogni suo tocco di palla sembrava che la Roma giocasse in trasferta. Sul banco degli imputati anche De Sanctis e Pjanic – ammonito, salterà per squalifica la gara di domenica a Cesena così come Keita, espulso per proteste – che dovrebbero essere i leader di una squadra che ha perso pure anche il carattere. È finita con i tifosi a fare gli olè quando il pallone era nei piedi dei giocatori della Sampdoria: un messaggio di scherno che fa più male dei fischi.