(P. Lucioni) – Dalla tribuna al tribunale il passo è lungo, eppure non impossibile nei nostri stadi. L’ultimo processo concluso con la condanna alla gogna degli sputi e degli insulti è toccato ai giocatori della Roma, chiamati dagli ultrà sotto la Curva per espiare la colpa di lesa maestà verso il gioco del calcio e il risultato. È il più recente fotogramma di un pessimo film che da tempo viene replicato. Il tifoso che si arroga il diritto di travalicare i legittimi fischi e i cori per arrivare alla violenza — solo? — verbale o psicologica, trasforma la passione in un regolamento di conti. Perfetto dunque ieri il tackle di Carlo Tavecchio, presidente Figc: «Non è conveniente che una squadra vada a trattare con dei tifosi appesi sulle tribune». Se ne parlerà anche in consiglio federale, ma tocca ai club frenare davanti alle Curve. Chi sbanda fa del male a tutto il calcio.