(G. Piacentini) – Le possibili spiegazioni alla «pareggite» che ha colpito la Roma sono tante, ma il dato che non si può assolutamente sottovalutare riguarda i gol segnati. O, forse, sarebbe meglio dire i gol non segnati. Con 38 reti realizzate, infatti, quello giallorosso è il quinto attacco della serie A, alle spalle di Juventus, Napoli, Lazio e Inter, alla pari con il Palermo. E se è vero che quasi sempre il campionato lo vince la squadra con la difesa migliore – e da questo punto di vista quella romanista resta la seconda del torneo, con 19 gol al passivo – lo è altrettanto che con un reparto offensivo così poco prolifico è praticamente impossibile sperare di conquistare lo scudetto.
Allargando il discorso a tutte le competizioni, la formazione di Garcia è rimasta a secco in ben otto occasioni: Bayern e Manchester City in Champions League; Sampdoria, Napoli, Milan, Parma e Chievo in campionato; Fiorentina in Coppa Italia. Erano state otto in tutta la passata stagione, ma le ultime due volte (contro Juventus e Genoa) sono arrivate quando il campionato era già deciso. Il motivo? La squadra di Garcia sembra aver perso la sua imprevedibilità nella metà campo avversaria e fa fatica a trovare soluzioni di gioco alternative: il tridente sceso in campo contro il Chievo – Totti, Gervinho e Iturbe – in campionato ha segnato su azione solamente 6 gol, gli stessi realizzati dal difensore del Torino Glik, diventato paradigma della sterilità offensiva giallorossa. I numeri in campionato di Juan Manuel Iturbe, costato 23.5 milioni, sono impietosi: un solo gol (il 5 ottobre, a Torino, contro la Juventus) in 806 minuti giocati. Il paragone con Nico Lopez, che a Verona ci è finito dopo che la Roma ha ceduto l’altra metà del suo cartellino all’Udinese per pochi soldi, è tutto dalla parte del «Conejo», che in 771 minuti ha già realizzato 5 gol, l’ultimo pesantissimo, sabato sera, al Meazza contro il Milan. Un altro dato che vale la pena analizzare è quello dei gol arrivati dai difensori: finora sono 4 (Maicon, Torosidis, Cholevas e Astori ne hanno realizzato uno a testa). Lo scorso anno, di questi tempi, Benatia era già a quota 5.