(D. Stoppini) – Ne ha fatta un’altra, James Pallotta. Non il tuffo in piscina, stavolta, ma un pennarello in mano a un bambino: «Vai, fammi tu l’autografo». Dove? Sulla camicia. Scene dal Giulio Onesti, il centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa, lì dove la Roma ha messo su da questa stagione una fetta importante della sua scuola calcio. Pallotta si è presentato ieri mattina, ore 10.30: con lui Mia Hamm, il d.g. Mauro Baldissoni, il Ceo Italo Zanzi. E soprattutto Giovanni Malagò, numero uno del Coni, padrone di casa di una mattinata senza pressioni. C’erano i bambini in campo, in programma un mini torneo tra le selezioni giallorosse e le scuole calcio affiliate alla società: Pallotta si è divertito, ha pure fatto il portiere. E poi ha… lavorato.
A COLLOQUIO Sì, perché oltre ai sorrisi, Pallotta ha sfruttato la mattinata anche per un colloquio a quattr’occhi con Malagò. Un’ora scarsa e una scenetta: il numero del Coni ha appuntato sulla giacca di Pallotta una spilletta del Coni. «E ora, se hai il coraggio, vai a spasso per Boston con questa», gli ha sussurrato. Risate con vista sull’Olimpiade 2024, corsa nella quale Roma e la città del Massachusetts sono rivali. Non è stato l’unico argomento della chiacchierata. Pallotta e Malagò hanno affrontato anche il tema campionato, la situazione relativa alle polemiche sul presidente federale Tavecchio e i discorsi intorno al caso Parma. Un giro d’orizzonte, il modo scelto da Pallotta per ribadire la posizione politica della Roma sui temi caldi del calcio italiano. Con un autografo sulla camicia, ancora meglio.