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GAZZETTA DELLO SPORT Garcia ora va alla guerra con Radja, Florenzi e Ljajic. Totti no, è rimasto a Roma

 Rudi Garcia

Rudi Garcia

(A. Pugliese) – Da stasera si capirà chi sono i guerrieri, gli uomini veri, quelli che Rudi Garcia ha scelto o su cui comunque si sente di poter contare. E si capirà anche chi ha personalità, dignità e orgoglio. È l’ultima carta del tecnico francese, quella che da oggi spariglierà un po’ tutti i piani. Gioca non solo chi se lo merita, ma chi ha coraggio ed attributi. E chi, come detto dallo stesso Garcia dopo la batosta con la Fiorentina, «sarà uomo vero e avrà voglia di venire in guerra con me». Considerando che i guerrieri a cui Garcia è più legato sono ai box (Castan, Maicon, Strootman e Keita), da Cesena si affiderà a Florenzi, Nainggolan e Ljajic. Che poi guerriero non lo è, ma con la voglia e l’applicazione — strada facendo — è diventato uno dei fedelissimi di Rudi.

NIENTE CAPITANO – Mancherà invece Francesco Totti (da oggi nei panni di James Bond in una nota pubblicità), il capitano, quello che la guerra doveva condurla in prima persona. Nonostante fosse nella lista dei convocati fino a ieri, alla fine è rimasto a Roma per un risentimento al flessore della coscia, un fastidio che gli aveva già impedito di giocare giovedì contro la Fiorentina, e che — comunque — non gli avrebbe permesso neanche stasera di essere in campo, a meno di non voler rischiare un lungo infortunio. «Abbiamo deciso insieme che era meglio non rischiare, la stagione non finisce ora — dice Garcia — Ci sono ancora due mesi e altre dieci partite, non voglio perdere il capitano per questo arco di tempo».

I TRE GUERRIERI – Ci sarà invece Radja Nainggolan, dopo la doppia squalifica contro Sampdoria e Fiorentina. Lui sì che è uno dei guerrieri di Garcia, uno che in campo sputa sangue e corre per tre. Magari farà anche un po’ di confusione, ma il cuore ce lo butta sempre. Ed è questo che vuole vedere da ora in poi il francese, un po’ anche quello che hanno reclamato i tifosi a fine partita, contro la Fiorentina. L’impressione è che da qui alla fine della stagione il ninja difficilmente salterà per scelta tecnica una delle undici partite che mancano. In attesa di De Rossi (non convocato in nazionale), un po’ come Alessandro Florenzi, un altro su cui il tecnico giallorosso farà ancora più affidamento di prima. Perché lui la guerra la fa con il cuore, con la corsa, con il sudore ed il dinamismo. Senza mai risparmiarsi, senza mai tirare indietro la gamba. Ecco, anche questo vuole da oggi in poi Garcia, la voglia di vincere ogni contrasto, di sradicare i palloni, di ripartire. Qualità che non appartengono ad Adem Ljajic, ad esempio, che però ne ha altre. E che strada facendo ha conquistato Garcia con il lavoro, altro aspetto su cui punterà l’accento il francese. Per chi non lavorerà bene in settimana, niente guerra, ma solo tanta panchina.

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