(D. Stoppini) – Stoccolma e Trigoria, le due facce dell’Europa. Quella della società, con il d.g. Baldissoni e il Ceo Italo Zanzi impegnati in Svezia per il meeting dell’Eca, l’associazione dei maggiori club europei, a discutere (anche) di una Champions che verrà. Mentre il resto del mondo giallorosso lavorava a Roma per disputarla, la prossima Champions. Il Garcia di ieri va immaginato così: un occhio al campo, l’orecchio al telefono per decriptare le spiegazioni di Gervinho sull’infortunio patito in Costa d’Avorio, e le immaginabili conseguenze in chiave Napoli. Molto del prossimo futuro passa per l’Olimpico. Almeno il 60% della volata europea, se è vero che 6 delle 10 partite di campionato la Roma le giocherà in casa. Sarebbe un vantaggio per chiunque, non lo è per la squadra di Garcia che in A, all’Olimpico, non vince dal 30 novembre. È un blocco psicologico, il pallone pesa come un macigno per molti giocatori. La vittoria di Cesena è servita per abbassare i toni, quantomeno per non approcciare al match di sabato con una città in fermento. Ma certo non è servita a riscaldare i tifosi, se è vero che la prevendita racconta di soli 4 mila biglietti venduti.
TOTTI AVANTI PIANO Tifosi che probabilmente non potranno vedere Gervinho in campo. L’ivoriano si è messo in contatto con Garcia e lo staff medico giallorosso: ha sentito una fitta alla coscia sinistra, ma ieri assicurava di sentirsi bene. Impossibile fidarsi delle sensazioni: ecco perché stamattina, appena tornato da Abidjan, sarà sottoposto ad esami per scongiurare la presenza di una lesione muscolare. Lesione che non ha Totti: l’ecografia effettuata a Villa Stuart ha sostanzialmente dato il via libera al rientro in campo fissato per oggi. Ma c’è prudenza intorno a un impiego dal primo minuto per sabato. E così Garcia non sa ancora quale attacco potrà schierare. Un rebus in più, come se non bastasse l’Olimpico a preoccuparlo.