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GAZZETTA DELLO SPORT Rudi il peccatore e Max l’ironico. Polemiche? No, messaggi di pace

Garcia
Garcia

(F. Della Valle, A. Pugliese) – La quiete dopo la tempesta. Oppure, se preferite, il fair play dopo l’uragano di polemiche. Roma-Juventus cinque mesi dopo sarà tutta un’altra storia, almeno a giudicare dal basso profilo dei due allenatori nella conferenza stampa prepartita. Il messaggio è chiaro: dimentichiamo violini, risse verbali ed errori arbitrali, e cerchiamo di parlare soltanto di calcio, perché in fondo è di quello che si tratta.

DIVINITÀ E FAIR PLAY Se sabato ci avevano pensato Pallotta e De Rossi a smorzare le tensioni, ieri si è allineato anche Rudi Garcia, l’uomo che più di tutti era rimasto bruciato da quel 5 ottobre, arrivando a dichiarare poco dopo che la sconfitta di Torino gli aveva dato la certezza di una Roma scudettata.«Forse una divinità misteriosa ha voluto punirmi per questo peccato di superbia — dice il tecnico francese —. Ma non sono state dichiarazioni di uno stupido che parla senza riflettere, piuttosto puntavano a combattere un pessimismo eccessivo. Si diceva: qualsiasi cosa faremo, non vinceremo mai. Volevo ridare orgoglio a una città e a dei tifosi che di scudetti ne hanno vinti pochi. E l’obiettivo della Roma non è solo lottare stabilmente per la Champions, ma anche per lo scudetto». Ed allora, non c’è spazio neanche per le rivincite, anche se i ricordi nella testa di Garcia non potranno sparire mai.«Nessuna rivincita, non è lo stato d’animo giusto — continua il francese —. Vogliamo vincere per difendere il secondo posto, poi si vedrà. Di certo se anche la Juve non avesse avuto a lungo per esempio Pirlo e Pogba come noi non abbiamo avuto Strootman e Castan, sarebbe stata sicuramente meno forte». E allora, la speranza è che i toni si abbassino anche sugli spalti. «Mi auguro grande fair play, che ci sia un’accoglienza a livello della Roma e non come abbiamo avuto noi a Torino». Cosa che a Garcia proprio non è andata giù.

SPOT PER IL CALCIO Massimiliano Allegri invece non aveva mai alzato i toni neanche nei momenti di massima ressa, figuriamoci se lo fa adesso, forte dei 9 punti di vantaggio e della vittoria nell’andata. L’Olimpico per lui è lo stadio dove festeggiò lo scudetto rossonero, ci torna per la prima volta da bianconero e per la prima volta dopo il gran rifiuto alla Roma nell’estate 2013. Da allora sono cambiate molte cose, Max indossa un’altra casacca e il club di Pallotta ha trovato il suo condottiero. Acqua passata, come i veleni dello Stadium. Allegri è convinto che quella di stasera sarà l’occasione giusta per dimostrare che il calcio italiano non è messo poi tanto male. «Sarà una serata importante, il nostro calcio deve uscirne con un giudizio positivo, dentro e fuori dal campo. Ovviamente sarà più bella se faremo risultato. Sarà importante perché lo scontro diretto dà un doppio vantaggio e deve rimanere a nostro favore, ma non è fondamentale. Si affrontano le squadre più forti del campionato, lo dice la classifica: all’andata furono tutti episodi al limite. Se ora tutti i moviolisti si mettessero a parlarne di nuovo, non sarebbero d’accordo anche adesso. A Torino è stata una bella sfida, ma era passata in secondo piano per le polemiche».

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