(M. Ferretti) – È molto facile, e per certi versi corretto, mettere in panchina chi non garantisce rendimento e affidabilità. È meno facile capire, invece, perché Rudi Garcia si ostini a far giocare sempre e comunque un calciatore impresentabile come Gervinho. Sono finiti i tempi in cui l’ivoriano era “un giocatore unico nella rosa della Roma”: quel Gervinho lì è rimasto a festeggiare la Coppa d’Africa con i suoi compagni e, al di là delle due reti segnate al Feyenoord, nelle ultime settimane ha dato un contribuito minimo alla causa giallorossa. Però, lui gioca sempre. E mai o quasi mai viene sostituto, anche quando meriterebbe di finire sotto la doccia dopo mezzora di gioco. Ma, dicono quelli che pensano male, Gervinho ha lo stesso procuratore di Garcia e, per questo, sta sempre in campo. Anche quando non si regge in piedi, oppure quando toppa tutto, anche l’impossibile, come capitato ieri al Bentegodi.
PRESENTE MA ASSENTE – Quando Gervinho era in Africa, tutti qui a dire: la Roma non gioca bene perché le manca il suo fantasista, il suospaccadifese, l’uomo dell’imprevedibilità. Poi, però, Gervinho è tornato e con lui la squadra gioca peggio. Incredibile, ma tristemente vero. Dicono che la vittoria nella Coppa lo abbia appagato, che per quest’anno non abbia più nulla da chiedere alla stagione ma non risulta che Gervinho, campione d’Africa, abbia smesso di prendere lo stipendio dalla Roma. Il problema c’è, e non è neppure piccolo. Ma solo Garcia non se ne è accorto, non ne ha perso atto. E non ne vuole prendere atto.
DOUMBIA SPETTATORE – Intanto, un altro Elefante, Doumbia, acquistato perché «sa ricoprire tutti e tre i ruoli dell’attacco», ieri è andato in panchina e non è stato impiegato neppure per l’assalto finale. Tutto questo conferma che il giocatore non sta bene, non è ancora pronto e chissà quando lo sarà. Così come Ibarbo, l’altro rinforzo (rinforzo?) arrivato nel mercato di riparazione, che si sta rivelando completamente sballato. Errori della società, sbagli del tecnico e anche prestazioni inquietanti da parte della squadra: tutto a posto? Possibile che ci si sia ridotti in questa maniera? Impossibile continuare a far finta di niente, o ipotizzare che quanto sta capitando sia frutto della casualità o del destino avverso. Nessuno può sentirsi non colpevole. Ecco perché, per una semplice forma di rispetto verso i tifosi, qualcuno (più di qualcuno…) dovrebbe alzare la mano e, magari scusandosi, pagarne le conseguenze.