Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.
La Roma non sa più vincere. Settimo pareggio nelle ultime otto gare. La Roma non sa più correre, ennesima prestazione quella contro la Juventus, senza un minimo di movimento offensivo o di furore agonistico che servirebbe in un momento topico come questo e soprattutto in una sfida tanto sentita. La Roma non sa più tirare in porta. Altra gara in cui i tiri giallorossi sono quantificabili (circa 3 i tiri totali della gara, uno e mezzo verso la porta bianconera). E allora cosa sa fare oggi la Roma di Rudi Garcia? Non perdere. Forse risponderebbe così il tecnico francese. Dopo la vittoria in trasferta a Rotterdam tutti si aspettavano un cambio di marcia ed una prova d’orgoglio contro la rivale per uno scudetto ormai irraggiungibile. E invece ecco il solito copione. Trame lunghe e lente, possesso palla sterile, poche giocate e pochissimo movimento. Con l’ennesimo 1-1, la Roma mantiene lo svantaggio in campionato (-9) sulla Juve e non approfitta nella brutta caduta del Napoli a Torino per conservare un secondo posto che ora come ora sembra oro colato. Si fa fatica ad essere ottimisti visto che mancano due mesi al termine della stagione…
IL MIGLIORE: Kostas Manolas
Si riapre il duello con Morata dopo la rissa sfiorata all’andata e il greco ha ancora la meglio. Manolas torna sugli alti ritmi che eravamo abituati a vedere fino a qualche tempo fa: scatto felino, spallate rabbiose e anche una discreta capacità di manovra con la palla tra i piedi. Il tutto sempre a cento all’ora ovviamente. Nel primo tempo è chiamato agli straordinari per coprire gli strafalcioni di Yanga-Mbiwa e rischia l’autogol al minuto 21 ma salva De Sanctis spazzando in angolo a fil di palo, una palla diretta sui piedi di un Morata che già assaporava il tap-in vincente. Sempre nella prima frazione, è bravo a chiudere una trama in velocità bianconera in scivolata sul tiro di Tevez. Nel secondo tempo è da applausi il suo intervento sulla botta a colpo sicuro dell’Apache dopo che l’argentino si era bevuto in velocità mezza difesa giallorossa. Parte dalla sua testa il primo e unico vero tiro in porta della Roma, con una spizzata quasi vincente su punizione di Pjanic, con Buffon chiamato a sporcarsi i guanti solo dopo 70 minuti.
IL PEGGIORE: Miralem Pjanic
Invisibile e intoccabile. Miralem Pjanic si dimostra ancora una volta nella sua storia romanista, un giocatore apatico e senza grinta. Non rischia mai una giocata, tra i suoi piedi partono mille azioni ma sempre puntualmente rallentate e gestite con passaggi non oltre i cinque metri e quasi mai in verticale. Nei contrasti sembra essere di un altro sport dimostrando una discutibile condizione fisica. Tutto questo però non basta a Rudi Garcia per prelevarlo dal campo: assieme a Gervinho documenta come alcuni elementi per il tecnico francese siano imprescindibili (inspiegabilmente, aggiungiamo noi). Il “Principino” si sveglia solo nell’ultimo quarto d’ora e lo si nota solo per una manovra un po’ più veloce dell’ormai monotona sinfonia a cui ci ha abituato negli ultimi tre mesi, non di certo per delle giocate riuscite o passaggi degni del suo contratto annuo.
Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)