(A. Austini) – Altro che Champions, di questo passo si resta fuori dall’Europa. Sarebbe il verdetto più logico per la deprimente seconda Roma di Garcia, ma la mediocrità delle concorrenti continua a tenere, senza meritarlo, i giallorossi sulla piazza d’onore. Per quanto ancora? Il Napoli è a -4, oggi la Lazio può raggiungerlo o la Fiorentina accordarsi. La Roma bella e vincente è sparita ad ottobre, ieri ha raccolto l’ottavo pareggio nelle ultime nove gare ma incredibilmente rimane al secondo posto in classifica. Ecco, in questa triste storia la cosa più assurda è che ci siano 18 avversarie peggiori di un gruppo ormai alle corde. Senza gioco, voglia, gambe, idee, anima. In una parola: inquietante, come la definisce il suo allenatore alla fine della partita di Verona conclamando la crisi dei rapporti interni.
DI MALE IN PEGGIO – In casa del Chievo arriva il quarto 0-0 stagionale (mai così tanti dal 2003/04), naturale conseguenza di un’altra prestazione inguardabile. La Roma mantiene la sua paradossale imbattibilità (è in serie positiva da 16 match, di cui 10 pareggiati) solo perché De Sanctis è bravo specchio a Pellissier e grazie alla scarsa mira di Birsa. Poteva anche vincere, se Gervinho avesse trovato la porta nell’unico contropiede decente o se Mazzoleni avesse fischiato il rigore per fallo sull’ivoriano. Ma non sarebbe stato comunque un successo meritato. Giallorossi sempre secondi sul pallone, messi sotto quasi un’ora da avversari scarsi ma sistemati meglio e più reattivi. E stavolta non regge l’alibi della «muraglia»: il Chievo di Maran se l’è giocata a viso aperto e ha creato più di quanto non abbia subito.
MEDIOCRITÀ Della squadra titolare dello scorso anno c’erano solo Florenzi (in un ruolo non suo), Totti e Gervinho. I sostituti presi sul mercato si sono dimostrati per l’ennesima volta non all’altezza. Astori e Cole a tratti imbarazzanti, Keita senza più energie, Paredes volenteroso ma ancora acerbo, Iturbe ci prova sempre e non gli riesce mai niente, persino Nainggolan ormai corre a vuoto e commette falli a ripetizione. Ma è solo sfortuna se in un contrasto il povero Mattiello ci rimetta la tibia.
STELLE CADENTI De Rossi resta 90 minuti in panchina perché sta peggio di chi gioca, Totti per aiutare la squadra si ritrova a fare il terzino e dopo un’ora deve uscire: l’impotenza dei romani è la foto del momento. Stavolta a Pjanic sono stati regalati solo i minuti finali, mentre Gervinho resta insostituibile per Garcia nonostante dall’Africa sia tornato il suo fantasma. Ancora una volta la mossa della disperazione è il baby Verde mentre Doumbia, l’acquisto più pagato di gennaio, non è pronto e rimane in panchina. Non ci sono più dubbi: la squadra è stata costruita male, allenata male e «aggiustata» peggio. Il futuro fa paura, a cominciare da giovedì a Firenze: se Roma e Fiorentina sono quelle viste negli ultimi mesi, non ci sarà partita. Ma il calcio è strano, hai visto mai.