(A. Austini) Inizia il campionato 2.0. Versione meno avvincente della prima, che poteva prevedere un finale tricolore, mentre adesso l’obiettivo è una difesa del secondo posto da rendere il meno affannata possibile.
Abdicato il sogno scudetto una volta per tutte, la Roma torna a Verona dove due settimane fa ha raccolto uno dei sette deludenti pareggi delle ultime otto sfide. Stavolta c’è di fronte il Chievo, altro avversario pronto ad erigere una barricata davanti l’area, tanto i giallorossi di oggi fanno una fatica enorme a sfondarla. Il Garcia della vigilia sembra un po’ sottotono, forse annoiato anche lui da un rendimento piatto che lo costringe da mesi a rispondere sempre alle stesse domande. Bisogna guardare davanti o indietro? «Ci sono 39 punti da distribuire fino al termine della stagione – spiega – ogni squadra che lotta in alto può cambiare la classifica. Come ha detto Ljajic, noi non abbiamo paura né della capolista né delle squadre che rincorrono. Restano 3 mesi di competizione, vogliamo prendere più punti possibili in campionato e superare il turno in Europa League».
Le ambizioni sono ridimensionate e i rimpianti aumentano vedendo che la Juve non è più quella macchina macina-vittorie guidata da Conte. Anche Garcia se n’è accorto durante lo scontro diretto di lunedì , «ma non mi pare che si sia parlato di Juve diversa dal passato – fa notare Rudi – anzi ho letto tutto il contrario. Loro hanno il destino nelle proprie mani, noi possiamo al massimo difendere il secondo posto, a cominciare da oggi».
Da dove ripartire? «L’intensità degli ultimi 25 minuti con la Juve, tutta la partita di Rotterdam, il primo tempo col Verona: sono spunti positivi che dobbiamo mettere in campo al Bentegodi».La Roma ha bisogno di trasformare lo stucchevole possesso palla in un calcio più redditizio. «Sono d’accordo – analizza il francese – che il possesso palla non è fatto per non avere occasioni e mettersi mai in condizione di tirare in porta. Non è una decisione mia o della squadra essere così sterili: dobbiamo velocizzarci per trovare spazi, stiamo lavorando su questo. Tenere il pallone al 70% diminuisce anche la possibilità degli avversari di segnare, lo abbiamo visto contro la capolista: abbiamo difeso benissimo».
Il problema vero resta l’attacco, dove oggi potrebbe riposare Totti in vista della sfida europea con la Fiorentina di giovedì: il capitano ha già superato i minuti di utilizzo di tutta la scorsa stagione, «perché ci sono state partite in più – ricorda Garcia – ma adesso sono tornati Gervinho e Iturbe, piano piano Doumbia, e tornerà Ibarbo: avrò più scelte». I due acquisti di gennaio finora sono virtuali e diventa persino banale rimpiangere quel Salah che la Roma ha lasciato prendere alla Fiorentina. «Posso solo parlare dei nostri – glissa Garcia – abbiamo scelto di prendere un centravanti per sostituire Destro e un giocatore capace di giocare nei tre ruoli davanti. Adesso dobbiamo rimettere Doumbia e Ibarbo al 100% e poi il campo parlerà per loro».
L’ex Cska Mosca sta meglio e si è guadagnato un posto in panchina, mentre il colombiano punta la Sampdoria. Il tridente anti-Chievo più probabile è quello «leggero» con Iturbe, Ljajic e Gervinho («mi auguro sia quello visto col Feyenoord» l’auspicio di Rudi), anche se l’esclusione di Totti a vantaggio dell’argentino non è così certa.
A centrocampo paiono scontati il rientro di Nainggolan e la conferma di Keita. Pjanic ha una caviglia malandata e le pile scariche, De Rossi è favorito su Paredes per completare il trio. Cambiano tre-quarti di difesa: spazio a Florenzi, Astori e Cole (Holebas recuperato in extremis) al fianco di Manolas. Sperando che la partita si decida nell’altra area.