Tre punti. Brutti, sudati, maledetti ma imprescindibili per la Roma. Secondo posto tenuto prima della sosta, Lazio ancora dietro ad un punto. Il sorpasso pre-sosta avrebbe avuto effetti catastrofici. Il pareggio del Napoli in casa con l’Atalanta in dieci e quello della Fiorentina a Udine permettono al neo-Nazionale Eder di riportare la Samp al quarto posto. Per la Roma tre punti firmati De Rossi, sempre lui a segno contro il Cesena come all’andata. Una vittoria portata a casa senza gioco, senza idee, solo con la forza dei nervi e grazie al Cesena che, senza Brienza e con Defrel appannato, ha nella ricerca della mischia l’unica arma. Nonostante le inerpicate di Djuric e gli inserimenti di Rodriguez e Succi, Di Carlo non sfonda. Un mese e mezzo dopo la vittoria di Cagliari, Garcia riassapora la gioia dei tre punti espugnando un campo che era imbattuto nel girone di ritorno, nel quale aveva pareggiato la Juve e perso la Lazio.
BOCCIATURE – In Sardegna fu Verde ad accendere la Roma. A Cesena Garcia schiera l’ennesima formazione diversa lanciando a sorpresa Salih Ucan (fino ad oggi 4 minuti in Serie A) e Doumbia, in leggerissimo miglioramento ma ancora impresentabile. L’ivoriano non sfonda mai neanche contro la coppia Capelli-Lucchini. Con l’ennesima pessima prestazione di Gervinho, la Roma gioca praticamente in 9. Ucan invece è uno dei più continui nei 66 minuti disputati, presente nei contrasti e lucido palla al piede. In difesa fuori Torosidis, conferma per Holebas a sinistra con Florenzi a destra e Manolas-Astori centrali. De Rossi e Nainggolan in mezzo, Gervinho e Ljajic ali d’attacco con Iturbe e Paredes rimasti a guardare per tutti i 94 minuti.
GRUPPO COMPATTO – La disperazione in chiave salvezza del Cesena sbatte sulla discreta carica agonistica della Roma. Garcia non mette in campo uno straccio di idea di gioco: le uniche situazioni offensive o partono dal piede di un Florenzi formato-Maicon o la palla viene portata a Ljajic e Gervinho nella speranza che inventino qualcosa. Non pervenuto l’ex Arsenal, un paio di lampi per il serbo che spaventa Leali. Nel primo tempo, prima del gol, la Roma mira sei volte la porta romagnola: le due sopracitate di Ljajic, un tiro di Ucan bloccato dal portiere, un tentativo da lontano di Florenzi e due tiri di Gervinho che al 14′, nella stessa posizione del gol segnato da Tevez al Genoa, sparacchia un diagonale inguardabile. Per il Cesena da segnalare solo un tentativo di eurogol di Giorgi che sfiora l’incrocio di De Sanctis. Al 41′ la rete decisiva: cross al centro dell’area (finalmente!) di Holebas, inserimento vincente di De Rossi su un pallone ammorbidito da uno stop errato di Ucan. Era da Feyenoord-Roma che non si vedevano due centrocampisti capaci di entrare in corsa nell’area avversaria.
SOFFERENZA – Il Cesena non ci sta ovviamente e spinge cercando di sfruttare la fisicità di Djuric tenuto a fatica da Manolas. All’11’ Doumbia riesce a farsi rimontare un metro e mezzo in area di rigore da Lucchini sul cross tagliato di Holebas. Un minuto più tardi una combinazione semplice tra Ljajic e Nainggolan libera Ucan al tiro, De Feudis toglie l’equilibrio al turco ma Damato sorvola. Garcia getta nella mischia il Primavera Pellegrini, con buona pace di Paredes, da cui è rimasto colpito a Latina nella gara di Youth League. Di Carlo spinge inserendo Aljeandro Rodriguez per De Feudis. Proprio l’argentino al 31′ ha la palla del pareggio: cross di Carbonero, Florenzi prima va a vuoto di testa ma poi è super reattivo nel salvataggio in scivolata ad un metro da De Sanctis. Nell’ultimo quarto d’ora entra anche Yanga-Mbiwa al posto di Ljajic per rinforzare la contraerea. Le palle alte sono tutte di Astori che nei propri ultimi 15 metri si conferma abile. Negli ultimi minuti c’è spazio anche per Ibarbo e la Roma chiude con soli 4 elementi dello scorso anno: De Sanctis, De Rossi, Florenzi e Nainggolan. Un segnale inequivocabile che la Roma dello scorso anno non c’è più semmai ci sia mai stata quest’anno.
La sosta stavolta arriva come una manna per la Roma. Una pausa in cui lavorare al meglio per ritornare ad essere una squadra decente, in grado di tenere testa alle sfidanti per il secondo posto. E alla ripresa c’è lo scontro diretto col Napoli, assolutamente da non fallire.
A cura di Daniele Luciani