Fiorenzo Alborghetti, ex manager del Parma, torna a parlare della situazione del club ducale e del comportamento del presidente Giampiero Manenti. “Se vuole tenersi l’azienda non ha alternative che pagare – le parole di Alborghetti, manager di riferimento del secondo passaggio di mano del club ducale tra Taçi e Manenti, avvenuto nei mesi scorsi – Ormai se ha imboccato quella strada, non ha alternative. Io ho sempre ribadito che uno che arriva lì, in quella situazione lì, o è matto o vuole fare l’operazione. E’ una strada senza uscite questa: o porta i libri in tribunale o risolve i problemi o fallisce come proprietario del Parma. Io non lo farei neanche se mi pagassero”.
Alborghetti glissa poi sulle domande sul mancato arrivo dei bonifici. “Dovete chiederlo a Manenti, non a me. Io so come i soldi arrivano sul mio conto, non so per gli altri come avviene. Ribadisco all’ennesima potenza quello che ho detto su Manenti: o è da T.S.O. o fa l’operazione. Poi come la voglia fare e che problemi abbia, non lo so e non mi interessa neanche saperlo”.
Fonte: parmalive.com
Con una serie di limiti giuridici e di opportunità dovrà confrontarsi domani l’assemblea della Lega di Serie A convocata soprattutto per affrontare il caos Parma, a cui parteciperà anche il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, che ha preannunciato un piano per mantenere in corsa la squadra ultima in classifica. Sulle decisioni dei dirigenti peserà anche la lettera con cui Sky ha ricordato di aver appena versato la quinta rata dei diritti tv per la stagione in corso, chiedendo di utilizzare quelle risorse per far tornare in campo il Parma. L’emittente chiede alla Lega di «spiegare cosa intende fare adesso per fronteggiare con efficacia la situazione e per garantire che il campionato veda almeno lo svolgersi di tutte le partite previste dal calendario. E che anche con l’apporto di governo e istituzioni si stabiliscano regole che diano maggiori garanzie per il futuro».
Intanto, però, i club devono gestire l’emergenza con le regole attuali. La Lega deve garantire il regolare svolgimento del campionato ma non può mantenere economicamente una squadra, e nei giorni scorsi ha già ricordato come la giurisprudenza regola il caso in cui una si ritiri nel girone di ritorno, tutte le partite passate sono valide e le restanti sono considerate perse a tavolino. Secondo alcuni rumors, Tavecchio avrebbe garanzie da uno o due sponsor che sosterranno le spese del Parma per le prossime due partite, in casa con l’Atalanta, poi in trasferta con il Sassuolo.
L’udienza fallimentare del 19 marzo sarà uno spartiacque. E per il resto del campionato il presidente della Figc chiederebbe alla Lega di effettuare una sorta di colletta fra gli altri 19 club. C’è chi sostiene che una simile donazione corrisponderebbe anche all’interesse generale, ma è probabile che senza l’unanimità non ci sarà alcuna delibera. Troppo forte è il rischio di ricorsi da parte di altre squadre. Come d’altronde non è indifferente quello di una causa legale con Sky. Dopo la tappa in Lega, Tavecchio andrà a Parma, dove incontrerà il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, con il vicepresidente Umberto Calcagno e il dg Gianni Grazioli, ma soprattutto i calciatori della squadra di Roberto Donadoni. A loro potrebbe proporre una sensibile riduzione (anche del 40-50%) degli stipendi da qui a giugno, che aiuterebbe a tagliare i costi per la conclusione della stagione, stimati fra 8 e 10 milioni di euro.
Intanto il Procuratore capo di Parma Antonio Salvatore Rustico e i pm Dal Monte, Amara e Ausiello, titolari dei fascicoli sull’inchiesta sul dissesto economico del Parma Fc, hanno incontrato questa mattina a Bologna il capo della Direzione distrettuale antimafia Roberto Alfonso. La visita era programmata da tempo, ma nel summit si sarebbero approfonditi presunti punti di contatto tra l’inchiesta parmigiana e altre indagini della Dda. Non è escluso che ci siano personaggi, che si sono avvicinati al Parma nelle ultime settimane, già nel mirino degli inquirenti bolognesi. Intanto trova conferme l’indiscrezione che nel registro degli indagati aperto dalla Procura di Parma per l’accusa di bancarotta fraudolenta non ci sia solo l’ex presidente del Parma Tommaso Ghirardi. Un fascicolo che è stato possibile aprire, anche in assenza del fallimento vero e proprio, perchè lo stato di dissesto della società è considerato evidente e si possono presumere condotte illecite che l’abbiano causato, anche se come detto il crac non è stato ancora sancito dal tribunale: solo in questo caso si potrebbe ipotizzare un processo con l’imputazione di bancarotta fraudolenta.
Fonte: Ansa