(M. Pinci) – La miseria di 17 minuti giocati tutti insieme e il compito di far caricare le armi inceppate della Roma e riportarla alla vittoria un mese dopo l’ultima volta. Ljajic, Gervinho e Iturbe: a meno di ripensamenti dell’ultim’ora – a Totti Rudi Garcia non rinuncerebbe mai – saranno loro tre a comporre l’attacco della Roma. Un attacco che da tempo fatica a segnare, in particolare in serie A: la miseria di 7 gol nelle ultime 7 giornate, con cinque 1-1 e lo 0-0 col Parma, due reti soltanto al Cagliari, ultimo successo di questo strano campionato romanista.
Oggi sarà un mese esatto: per interrompere il digiuno e guarire la Roma dal mal di gol, il tridente “leggero”. E soprattutto inedito. Perché Ljajic, Gervinho e Iturbe non hanno mai giocato insieme dall’inizio: i tre sono stati impiegati contemporaneamente per 17 minuti appena durante la stagione, gli ultimi dieci di Roma-Bayern Monaco, con il serbo entrato subito dopo il gol del 7-1, enegli ultimi sette minuti di Napoli-Roma, in tempo per subire il gol del 20. In entrambe le occasioni, però, il trio non componeva un tridente effettivo, ma tre quarti di un reparto offensivo completato nel primo caso da Florenzi, nel secondo da Destro.
Ancora però Totti spera di esserci dall’inizio. Anche se con Doumbia acciaccato (ma convocato) un turno di riposo al capitano – che ha già giocato più minuti che nell’intera stagione scorsa, 1.867 contro 1.841 – sarebbe prezioso in vista degli ottavi di Europa League contro la Fiorentina giovedì, ultima strada – forse – per inseguire un trionfo. “Il destino dello scudetto è nelle mani della Juve”, ammette Garcia. “Noi possiamo difendere al massimo il secondo posto. Ma ci sono ancora 39 punti fino a fine stagione, ogni squadra di vertice può cambiare la classifica”. A centrocampo con Pjanic malandato (caviglia) e De Rossi fuori forma, c’è la tentazione Paredes: Garcia ci pensa