Queste le parole di Fabrizio Lucchesi, ex direttore generale della Roma, sul momento dei giallorossi:
Torneresti a Roma a lavorare, perchè manca la figura del direttore generale?
“Io tornerei di corsa nella Capitale, dall’esterno in questo momento si percepisce che nella Roma manchi un po’ di romanità, nonostante ci siano dirigenti validi, si percepisce un po’ di scollamento della società rispetto alla vita cittadina, rispetto al sentore della tifoseria. Credo che alla Roma possa succedere qualcosa di importante, dagli ambienti di mercato”.
Lei si sarebbe comportato nello stesso modo dei dirigenti giallorossi rispetto alla vicenda degli striscioni e la chiusura della Sud?
“Il presidente Pallotta ha preso una posizione da amante dello sport, ma è scontato dire anche che la regola che condanna la massa per l’errore di pochi sia sbagliata. Dalla sua telefonata è nato un film, un tutti contro tutti che non porta vantaggi alla squadra, sicuramente non ci voleva questo caos perchè la prima a pagare è la squadra. Auguro a Pallotta di andare avanti con questo management, ma anche di implementarlo con qualcuno che conosca meglio il mondo del calcio”.
Come ti spieghi questa stagione della Roma?
“Ho avuto un dubbio sin dall’inizio: la Roma era troppo brillante all’inizio rispetto agli altri e questo significa che poi gli altri quando entrano in condizione alla lunga, tu che sei troppo brillante all’inizio, dopo lo paghi. Un altro campanello d’allarme lo avvertii quando Garcia disse a 25 giornate dalla fine che la Roma avrebbe vinto lo scudetto, evidentemente quando ricorri ai proclami è perchè hai bisogno di richiamare all’ordine la squadra, di motivarla, forse si era accorto che c’era qualche problema. La Roma non è una piazza a cui puoi creare troppe attese, i tifosi giallorossi amano la maglia e vogliono che chiunque venga ami la maglia, al di là del rendimento”.
Come si vince uno Scudetto a Roma da direttore generale?
“Con grande fortuna (ride ndr).
Quella contestazione del 2001 servì da stimolo per vincere lo Scudetto? Capello l’ha definita una gogna pubblica vergognosa, Candela ha detto che fu decisiva.
“Fu un momento di tensione brutto, sono ovviamente contro la violenza, ma ci servì per prendere coscienza dei nostri mezzi e che potevamo vincere qualcosa di importante, bisogna sempre rispettare i tifosi, ma anche loro devono capire che quando si va in campo, con certi valori, si da tutto per vincere, nessuno scende in campo per perdere, ma a volte gli stimoli esterni servono per risvegliare una squadra”.
La contestazione della Sud dopo Roma-Fiorentina?
“Sono contrario in generale ad andare sotto le curve, ma allo stesso tempo quante volte è successo? In fondo andare sotto la curva quando si prendono gli applausi va bene come andarsi a prendere i fischi, cosa hanno fatto di male quei tifosi dopo la partita contro la Fiorentina? Nulla, forse a Pallotta andava spiegata, perchè non vive questa realtà da vicino”
Quando ti rendesti conto che la Roma avrebbe vinto lo Scudetto?
“Quando siamo tornati da Napoli, dove pareggiammo in mezzo a mille problemi, nonostante le difficoltà di spogliatoio, capii che avremmo vinto il campionato la domenica dopo, perchè incontrammo il Parma che in classifica ormai non aveva più pretese, però ebbi l’ansia fino al fischio finale di Roma-Parma”.
Fonte: centro suono sport