(L. Valdiserri) – Per sette minuti, dal 30’ al 37’ del secondo tempo, la Roma ha affrontato il Torino con questa «corazzata del gol»: Iturbe (un gol in campionato, il 5 ottobre 2014, peraltro inutile in Juve-Roma 3-2), Doumbia (nessun gol, ultimo su azione il 20 gennaio 2015 in Costa d’Avorio-Guinea 1-1) e Ibarbo (due gol in campionato, ultimoil 23 novembre 2014, Napoli-Cagliari 3-3). Un dato che condensa tutti i problemi giallorossi a concretizzare l’azione e che è l’atto di accusa più circostanziato sul mercato condotto a gennaio dal direttore sportivo Walter Sabatini. Aver tenuto per 90’ Francesco Totti in panchina (240 gol in serie A, 5 in questa stagione, 3 su azione e 2 su calcio di rigore) è stata invece una scelta tecnica di Rudi Garcia. Il tridente iniziale aveva svolto egregiamente il compito di pressare «alto» i tre difensori centrali del Torino, fulcro iniziale di tutte le manovre granata, ma non è azzardato dire che Totti, negli ultimi 20’, avrebbe fatto molto meglio di Doumbia.
La Roma ha l’ottavo attacco del campionato, avendo segnato solo 41 gol in 30 partite. Di peggio aveva fatto solo nella stagione 1995-96, allenatore Mazzone, con 40 gol in un campionato a 18 squadre. Nelle ultime quattro giornate, però, quella Roma segnò 11 gol, chiudendo con Balbo a 14 reti e Delvecchio a 10 mentre ora solo Ljajic (8, ma non segna dall’8 febbraio) è vicino alla doppia cifra. Per ritrovare il secondo posto c’è una sola strada: aumentare l’efficacia sotto porta. Se Totti non dovesse giocare titolare neppure contro l’Atalanta si aprirebbe un vero caso. Neppure lui, però, è un centravanti da area di rigore.
Su Iturbe è intervenuto di nuovo Gustavo Mascardi, agente Fifa: «Il Napoli aveva preso Iturbe, poi una clausola relativa agli extracomunitari fece saltare l’affare. A giugno credo che resterà alla Roma. Due squadre inglesi sarebbero pronte a sborsare la stessa cifra investita dai giallorossi». Mascardi, per altro, non rappresenta più Iturbe. I rapporti tra i due, anzi, si sono deteriorati.