(L.Valdiserri) – Il calcio resta lo sport più bello del mondo perché puoi vincere una partita preparandola nei minimi particolari (modalità consigliata perché replicabile) oppure adattandoti a una situazione cambiata magari all’ultimo secondo. Succede così che Garcia pensi una partita e un modulo — il 4-3-1-2, con Pjanic trequartista, Totti e Ljajic in panchina — ma un doloretto nel riscaldamento di Seydou Keita (schiena) gli faccia cambiare tutto. Ritorno al 4-3-3 con Doumbia centravanti e Pjanic riportato tra i centrocampisti.
Chi crede più nel destino che gli schemi viene fortemente rafforzato dall’azione del minuto 6, in cui Pjanic aggiusta un cross verso l’area, Doumbia salta più alto di Sansone e, di testa, manda in rete con la collaborazione abbastanza attiva di Consigli. Primo gol dell’ivoriano, flop del mercato di gennaio, e festa grande dei compagni alla pecorella smarrita ma poi ritrovata. A rafforzare la tesi c’è proprio la posizione di Sansone, che Di Francesco ha schierato centrocampista esterno nel 3-5-2, costringendolo a fare spesso anche il terzino controvoglia. Il gol inclina la partita nella direzione che Garcia sognava, anche se pure contro l’Atalanta la Roma era andata presto in vantaggio. A differenza della gara casalinga, però, i giallorossi trovano anche il raddoppio, al 27’, con un’azione personale di Florenzi, conclusa con un formidabile tiro in diagonale che finisce sotto la traversa. Impresa da segnalare perché la Roma non segnava due volte nella stessa partita dall’8 febbraio, a Cagliari (Ljajic e Paredes).
Detto che il bel calcio è un’altra cosa, sarebbe sbagliato criticare la vittoria giallorossa. Tre punti servivano come il pane, con l’obiettivo del secondo posto, e tre punti sono arrivati. Si può, semmai, analizzare che il Sassuolo è arrivato all’8a sconfitta nelle ultime 11 partite e che, già privo di Berardi squalificato, Di Francesco ha pensato bene di tenere fuori anche Zaza per un’ora (centravanti Floccari). Una volta entrato, in ritardo, il pelatone ha impegnato De Sanctis nell’unica parata difficile. La Roma della ripresa è calata, tanto da costringere Garcia a un cambio trapattoniano: fuori Doumbia e dentro Yanga-Mbiwa, con Florenzi riportato nel tridente. Giusto il tempo per vedere Gervinho usare bene il primo pallone di tutta la sua partita e servire a Pjanic l’assist per il 3-0. Prima gara davvero semplice del girone di ritorno della Roma. Il Sassuolo può ringraziare la bassissima quota salvezza del campionato. Con il materiale a disposizione, però, Di Francesco è stato una delusione: il crollo (11 punti nel ritorno) è stato inspiegabile e verticale.