(G. Piacentini) – La novità è che non ci sono novità. E quindi un rientro in campo di Maicon (nella foto) prima della fine della stagione è sempre più remoto. In teoria, dopo l’ultima visita a Barcellona dal professor Cugat di un paio di settimane fa, il brasiliano avrebbe dovuto intensificare gli allenamenti per provare a tornare in gruppo, ma la cartilagine del ginocchio continua a provocargli dolore, prolungando così l’agonia. Maicon non è arrivato neanche a 20 presenze stagionali – 19, tra campionato e coppe – e difficilmente ci riuscirà: si divide tra fisioterapia, lavoro in campo e palestra, ogni tanto prova a forzare e ad aumentare i ritmi ma, come ha detto qualche giorno fa Garcia, «fa un passo avanti e due indietro».
Per questo, archiviata ormai la stagione in corso (a meno di miracoli difficilmente prevedibili in questo momento) la Roma si sta già cautelando per il futuro: Maicon guadagna oltre due milioni netti, ad ottobre ha rinnovato il contratto fino a giugno 2016 ma, visti i problemi fisici, si sta pensando a una soluzione concordata: un incentivo all’esodo, formula già utilizzata in passato, con tanto di buonuscita. Soluzione che, se confermata, dispiacerebbe molto sia a Sabatini (il primo a scommettere sul suo recupero psico-fisico dopo il Mondiale) sia a Garcia, che quando ha potuto lo ha sempre schierato, confidando che la sua personalità e la sua esperienza potessero sopperire ai limiti fisici e atletici di questi ultimi mesi. Per un po’ è stato così, visto che nella prima parte di stagione i segnali sembravano confortanti, ma da febbraio ad oggi di Maicon si sono perse le tracce. E la Roma, oggi come il prossimo anno, non può più permettersi di aspettare nessuno.