(G.Dotto) – Sorpasso? No, Collasso. La Roma inciampa sulla propria pochezza e butta nel tombino l’occasione che potrebbe valere una cesta di milioni, quelli della qualificazione Champions. Solito pareggiaccio. Trova il rigore dopo tre minuti e sviene. Diventa un triste e mollo pachiderma, la proboscide che non ammazza nemmeno le mosche.
Pesante fuori e vuoto dentro. Il vuoto assoluto. Vuota la Sud e vuota la squadra. Guardi la tribuna.De Rossi, Gervinho, Pjanic, Strootman. Maicon chissà dove. Castan si sa dove. Keita in panchina. Iturbe in campo, e dovrebbe stare in tribuna. Migliore in campo? Massimo Ambrosini. Seconda voce Sky. Un fuoriclasse.
E’ una Roma, questa, che non vale la Sampdoria. Secondo posto? Sarà un miracolo difendere il terzo dal Napoli. E se, in una squadra vistosamente monca di un buttadentro, tale Doumbia resta in panchina quasi fino alla fine, vuol dire che il problema è troppo grande e le risorse troppo modeste.
I dieci minuti dell’ivoriano? Zero tiri, zero passaggi, un fuorigioco e migliaia di schizzi salivari. Sputo dunque esisto. Sette partite rischiano di diventare un calvario. Urgono scelte coraggiose. E gente che abbia più gamba che storia.
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