(C. Zucchelli) – Al San Paolo solo delusioni, ma all’Olimpico almeno, da quando é romanista, Morgan De Sanctis è sempre riuscito a battere la sua ex squadra. Lo ha fatto la scorsa stagione in campionato e in Coppa Italia, quando la Roma aveva ancora il vento in poppa ed era lontana parente della squadra che invece, quest’anno, contro il Napoli è stata sconfitta senza appello.
SERENI La vittoria di Cesena ha però restituito ottimismo al gruppo e De Sanctis, che del gruppo è leader e anima — tanto da essere l’unico che si è sempre presentato davanti ai microfoni nelle ultime settimane — ha anche festeggiato il suo compleanno a Trigoria con i compagni, simbolo di una normalità che nella Roma, negli ultimi tempi, si è vista poco. Per questo, almeno dal punto di vista emotivo, non c’è stato modo migliore per preparare la sfida contro la sua ex squadra, che ha lasciato nel 2013 per tentare l’avventura romana, giocare titolare e, magari, vincere qualche trofeo. La sorte vuole che in giallorosso per ora non abbia vinto niente (mentre il Napoli ha portato a casa due coppe), ma stando a chi lo conosce bene non si è mai pentito della scelta fatta.
NESSUN RIMPIANTO Il suo tempo al San Paolo è finito dopo 175 partite, 15.840 minuti, poco meno di 200 i gol incassati (191), per 71 volte non ha subìto reti, 13 volte è stato ammonito e quando ha salutato il Napoli ha fatto le cose in grande, comprando una pagina di giornale: «Cuore, onore e sudore: ciò che mi avete chiesto vi ho dato. E con il vostro amore mi avete ripagato». Anche a Roma, appena arrivato, ha fatto le cose in grande, con discorso ai tifosi il giorno della presentazione all’Olimpico. Con la gente ci ha sempre messo la faccia: da quel 22 agosto 2013 al 19 marzo 2015, notte di Roma-Fiorentina e contestazione sotto la Curva Sud, De Sanctis non ha mai avuto paura del confronto, anche quando il rendimento non è stato all’altezza. Ma la Roma ha creduto in lui, rinnovandogli il contratto per un altro anno. La stessa fiducia non l’hanno avuta a Napoli ed è per questo che la partita di sabato, per lui, non sarà solo una sfida decisiva per il secondo posto.