(F. Ceniti / A. Mauro) – Domenica pomeriggio: mentre il Torino festeggia la vittoria del derby sulla Juve, la questura si concentra sulla bomba carta scoppiata nella curva Primavera occupata dai sostenitori granata: «È stata lanciata dal settore degli juventini». Passano più o meno 24 ore e la Digos fa sapere: «Sì, sono stati i tifosi (oddio, tifosi: meglio chiamarli delinquenti, ndr) bianconeri ad aver tirato la bomba». Il lettore disattento potrebbe dire «dove è la novità?» riconducendo tutto a una citazione latina: repetita iuvant (Totò avrebbe detto Juventus). Giusto, se non fosse per un particolare non secondario: tra le due dichiarazioni fotocopia se n’era fatta strada una terza, avvalorata dalla Procura di Torino che ha aperto sul fatto una indagine (ci sono 10 persone rimaste ferite in modo non grave) coordinata dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. Un’ipotesi che aveva ribaltato le responsabilità: la bomba carta sarebbe appartenuta a un soggetto di fede granata (con la patente di delinquente) e sarebbe scoppiata per sbaglio all’interno della curva, magari prima di essere utilizzata come «coreografia» rumorosa. La versione per ore è stata considerata la più accreditata, poi il dietrofront. Tutto è tornato a domenica. Come è stato possibile questo giallo? Cerchiamo di capirlo.
MOVIOLA IN CURVA Quella di ieri è stata una giornata da moviola in curva. Sono stati i filmati la chiave di svolta: gli inquirenti ne hanno visionati una decina, alcuni amatoriali girati dai tifosi e postati sui social, altri prese dalle telecamere di sorveglianza dello stadio Olimpico e ancora un paio avuti dal personale addetto alla sicurezza dello stadio. Tutta questa mole di immagini è stata poi mescolata alle informazioni raccolte dalla Digos (aveva un paio di agenti infiltrati nel settore degli juventini). Le ipotesi al vaglio diverse. Poi un filmato in tarda mattinata sembrava aver dato la svolta: si vede lo scoppio, ma nessun oggetto arrivare. E soprattutto l’attenzione del pm è attirata dalla mancanza dell’effetto sorpresa, cioè sembra quasi che le persone attorno al luogo dove scoppia la bomba sapessero quello che era accaduto. L’ipotesi (sempre di ipotesi si è parlato) sovverte quella della sera precedente e filtra all’esterno provocando reazioni immediate, compresa quella del Giudice Sportivo Tosel, che vista l’incertezza decide di rinviare qualunque decisione a carico delle società. Ma intanto in Procura il lavoro continua e i filmati presi in esame sempre più numerosi.
SI TORNA INDIETRO Gli investigatori ne trovano un paio più esaurienti e la versione del «fuoco amico» perde quota in modo vertiginoso. Soprattutto perché dalle nuove immagini si vede volare di tutto dal settore bianconero, compresa quella che potrebbe essere la bomba carta: sembra accesa e cade proprio nel punto dove pochi secondi dopo avverrà lo scoppio. Il pm Padalino ne prende nota nel corso della lunga riunione con la polizia. Le indagini sono solo all’inizio: lo scopo è individuare con certezza chi era il «padrone» della bomba carta potenzialmente assassina. Ecco perché si sta procedendo con calma, nessuna ipotesi è stata scartata in via definitiva. Certo, non è un mistero che la (forte) convinzione degli inquirenti sia ritornata a essere quella della domenica.
ARRESTI E DINTORNI Anche perché l’inchiesta è bella complessa e comprende molte cose accadute prima, durante e dopo il derby che poco hanno a che fare con lo sport. Il bilancio provvisorio è di cinque arresti e dieci denunce (per tutti è già scattato il divieto di accesso alle manifestazioni sportive), ma il bollettino è destinato a salire. I cinque arresti sono stati effettuati domenica: due juventini e un granata per il lancio di bombe carta all’interno dell’Olimpico, e altri due per lancio di oggetti e resistenza a pubblico ufficiale negli scontri in piazza San Gabriele da Gorizia (a 250 metri dallo stadio), a poche ore dall’inizio della gara. Denunciati pure tre tifosi granata: uno per danneggiamento aggravato in concorso, nell’assalto al pullman juventino (vetro rotto), e altri due per invasione di campo e resistenza a pubblico ufficiale. Due degli ultrà bianconeri arrestati erano già stati oggetto di Daspo.
INVASIONI DI CAMPO Alla lista dei provvedimenti emessi, si vanno ad aggiungere altre cinque denunce per invasione di campo. E sempre ieri è stata individuata una seconda persona coinvolta nell’assalto al bus: anche per lui l’accusa è danneggiamento aggravato in concorso. E ancora: un tifoso bianconero è stato denunciato per possesso di fumogeni, uno steward sanzionato per aver favorito l’ingresso irregolare di uno juventino nello stadio. Non a caso il questore di Torino Salvatore Longo ha detto che i controlli preventivi all’ingresso sono stati inadeguati. Intanto, la questura di Genova ha sospeso a scopo cautelare la vendita dei biglietti per Sampdoria-Juventus, in programma sabato.