(M. Cecchini) – Testa e cuore. Alessandro Daffina, a.d. di Rothschild Italia ha l’animo dell’appassionato e l’esperienza del manager d’affari di altissimo livello, che sa bene come il calcio possa essere (anche) un business eccellente. Tra l’altro, nella trattativa che ha portato la Roma a Pallotta, la Rothschild ha avuto un ruolo rilevante, cosa che gli consente di parlare con cognizione di causa.
«Il presidente giallorosso ha fatto benissimo a esprimersi in quel modo – dice Daffina – ma tutti gli altri suoi colleghi hanno paura di ritrovarsi gli hooligans sotto casa. Quella è gente pazza, frustrata e vigliacca. Io adoro il calcio e all’estero invece mi capita di andare a vedere partite, da Germania-Italia del 2006 a Manchester City-Roma di qualche mese fa, in assoluta tranquillità. Per questo dico che da noi c’è bisogno che le autorità facciano molto di più. La tessera del tifoso non è servita a niente. Invece occorrerebbe mettere in galera quei 200-300 delinquenti che tengono sotto scacco le società. Ai giocatori, per esempio, dovrebbe essere proibito andare sotto le curve, così come bisognerebbe fare delle vere e proprie perquisizioni a campione: chi ha armi, bomboni, striscioni va in carcere. Tutto ciò che accade è una sconfitta dell’Italia come Paese civile, mentre noi avremmo bisogno di investitori stranieri».
E qui si vira anche sull’aspetto economico. Il calcio potrebbe essere un importante volano economico. Ma perché un tifoso cinese dovrebbe preferire acquistare una maglia della Roma piuttosto che una del Borussia Dortmund dove vede uno stadio bello e sempre pieno? Gli stessi calciatori di alto livello, alla fine, se possono scelgono di andare a giocare altrove». Una ulteriore iattura da evitare.