(F. Turco) – C’è chi lo vede come il «bravo ragazzo della porta accanto», chi lo battezza lo stakanovista in salsa granata. Lui è Matteo Darmian, il terzino buono per tutti i ruoli e valido in tutte le stagioni: perché in carriera, da quando ha iniziato nel settore giovanile del Milan, ha fatto il difensore centrale, è esploso da terzino destro ma adesso convince tutti anche da esterno mancino. Insomma, dove lo metti sta, e ci sta più che bene. È proprio lui, infatti, il granata più utilizzato in stagione, dall’alto di quegli oltre 3700 minuti suddivisi in 45 partite totali che aggiungono il Toro (38 partite di cui 24 in campionato, 12 in Europa League, una nei preliminari e una in Coppa Italia) alla Nazionale (7 gettoni dall’inizio della stagione). Ed ecco che il terzino che ha in Maldini il proprio mito vivente ha già superato quanto segnato dal contachilometri un anno fa, quando le partite totali furono 38 e i minuti 3375, anche perché in Nazionale era entrato a piedi uniti soltanto in prossimità dei Mondiali, a campionato già archiviato.
OBIETTIVO DI MERCATO Dopo una stagione a mille all’ora, Darmian adesso si ritrova addosso gli occhi di tutta l’elite del calcio, mica soltanto l’Italia. Oltre alla corte di Roma e Napoli, adesso lo vorrebbe fortissimamente l’Inter, e non è una novità; semmai colpisce che – dopo le voci legate a Bayern e Manchester United – ora sia finito anche in cima alla lista della spesa del Barcellona, segnale incontrovertibile che è ormai lanciato nel mondo dei grandissimi. Darmian, però, di futuro non vuole proprio parlare: «Non è il momento, prima chiudiamo bene la stagione poi, quando sarà il momento, si affronterà il discorso in maniera serena – ripete il terzino che ringrazia il mondo granata –. Il Toro mi ha fatto crescere tanto, non posso che dire grazie». Insomma, un anno dopo la coppia Cerci-Immobile, adesso tocca a lui vestire i panni di gallina dalle uova d’oro del club granata, visto che per la sua cessione non si tratta al di sotto dei 20 milioni di euro. Di certo però il mondo dei big Darmian ha imparato a conoscerlo e frequentarlo fin dall’esperienza vissuta la scorsa estate in Brasile: in Nazionale era arrivato a modo suo, in punta di piedi, ma quando Prandelli lo ha scoperto lo ha immediatamente catapultato al ruolo di titolare fisso. Conte, invece, lo conosceva già molto bene fin dai tempi della Juve tanto da aver provato a spingere con Marotta per portarlo in bianconero. La trattativa non andò in porto ma per il c.t. è stato molto più facile trasformarlo in un punto di riferimento della sua Nazionale. Adesso, però, è pronto per il grande salto: a patto di convincere Urbano Cairo. A suon di milioni.