(A. Pugliese) – A conti fatti e visto l’andamento di quella sfida, viene quasi da pensare che la vittoria prepasquale giunta contro il Napoli (10, con De Sanctis alla fine migliore in campo in assoluto) sia stata la classica eccezione che conferma le regola. Perché poi il vero volto della Roma casalinga (una vittoria, sette pareggi ed una sconfitta nelle ultime 9 gare di campionato all’Olimpico) è riapparso ieri, tra l’altro nella sua accezione peggiore: impacciata, lenta, stanca, con poche idee e spesso confuse.
TRA STADIO E SOLUZIONI E allora il problema è capire davvero se nella testa della Roma c’è oramai un blocco psicologico, quasi un incubo legato all’Olimpico ed alla presenza dei tifosi di casa. «Ma no, non può essere questo il problema, tra l’altro stavolta non c’era neanche la Curva Sud — dice a fine partita Rudi Garcia — Non è un problema di stadio, ma di prestazione. Abbiamo giocato il peggior primo tempo della stagione, una gara da dimenticare, con troppi giocatori assenti». Parole chiare, con cui Garcia non cerca alibi ma trova semmai colpevoli: i giocatori. almeno alcuni, quelli appunto assenti. Iturbe su tutti, poi Paredes, Holebas, Astori e YangaMbiwa. Anche se per Ljajic, per esempio, il problema è tutt’altro, il fatto di non riuscire a creare poi così tanto gioco come successo la scorsa stagione. «Abbiamo giocato tante palle fino ai trenta metri, poi abbiamo avuto difficoltà: dobbiamo muovere di più e meglio la palla, su questo c’è da migliorare — dice l’attaccante serbo — Ci è mancata qualche soluzione, qualche movimento in più».
CREPE E RIPOSI Allora c’è da capire se anche questa volta sono mancati gli attaccanti (il gol di Totti è arrivato a quasi due mesi dall’ultima rete delle punte giallorosse, ancora del capitano a Verona il 22 febbraio scorso) o c’è qualche crepa nel gioco. Probabilmente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo e abbraccia tutte e due le questioni. «È che dopo il vantaggio ci siamo addormentati, almeno fino all’ingresso di Ibarbo e Keita, quando almeno abbiamo rivisto un po’ di voglia — continua Garcia — Sono arrabbiato, non deluso. E non mi spiego l’atteggiamento della squadra. Da ora in poi le mie aspettative nei confronti dei giocatori saranno molto alte. Il resto delle parole le tengo per parlare proprio con loro ». Succederà oggi pomeriggio, quando i giocatori speravano di essere altrove, riposare, svagarsi ancora di più, posticipando a domani l’allenamento che — in verità — era già stato fissato. «Ma abbiamo fallito, nessuno è stato all’altezza», chiude Garcia. E magari vedendo l’esempio del Napoli, servirebbe anche qualcosa di più forte di un semplice allenamento in più.