(M. MALFITANO / A. PUGLIESE) – Uno fa fatica nelle sfide che contano, quelle decisive, spesso negli scontri diretti. L’altro con quelle partite lì è più a suo agio e spesso le vince, tranne poi perdersi contro le medio-piccole. La sfida di oggi tra Garcia e Benitez non sarà solo quella tra due amici e professionisti che si stimano, ma anche tra due filosofie e mondi per molti aspetti diversi. A cominciare proprio dalle statistiche, che parlano di un Garcia più in difficoltà del collega negli scontri diretti con le grandi o nelle partite che fanno la storia, e di un Benitez che — invece — sembra quasi essersi abituato a regalare punti a formazioni sulla carta più deboli.
GLI ATTACCHI Contro le prime dieci quest’anno la Roma ha racimolato solo 4 vittorie in 12 gare, portando a casa 17 punti su 36. Il bilancio personale di Garcia con il Napoli, poi, ha un saldo negativo, finora tra campionato e Coppa Italia due vittorie e tre sconfitte. Juventus a parte, la squadra di Benitez è un po’ la sua bestia nera, quella con cui ha dovuto fare i conti già la scorsa stagione (eliminato dalla Coppa Italia) e anche quest’anno. «Ma la partita d’andata non c’entra, risale a 6 mesi fa, ora le squadre sono cambiate e i momenti sono differenti — dice l’allenatore della Roma —.Giocheremo per vincere, mi auguro solo che sia una festa in tribuna e fuori dallo stadio. E una bella gara». Già, anche perché la Roma ci arriva con i soliti problemi, a cominciare dalle assenze di Totti e Gervinho. «Il capitano non l’ho voluto rischiare, comunque abbiamo sei attaccanti e il Napoli una difesa che prende gol. Metterò in campo un attacco con giocatori complementari: Doumbia e Ibarbo sono vicini al 100%, Iturbe dà sempre il 200%. Higuain? Un grande giocatore, ma non penseremo solo a lui. Se difenderemo bene, non sarà necessario fare due gol…».