A che punto è la notte? La Roma si è persa, anche se certamente non stavolta, in una San Siro tagliente come nei giorni belli. Se si pensa l’Inter — in una stagione considerata unanimemente (e giustamente) fallimentare — nel ritorno ha fatto 19 punti, due in più dei giallorossi, sulla carta candidati allo scudetto. Non può sorprendere perciò che i tifosi romanisti all’inizio (oltre ai demenziali cori contro Napoli), cantassero ancora: «Tifiamo solo la maglia». L’umore si può solo immaginare, visto che è arrivata la quarta sconfitta in campionato, che interrompe una striscia esterna in campionato di 10 partite. Il calo verticale, in fondo, lo dimostra un dato su tutti: prima dell’Atalanta Garcia fece una mini-tabella: «Nelle prossime 4 partite vogliamo 10 punti». Ebbene, dopo due partite l’obiettivo è già archiviato, visto che ne è arrivato solo uno.
PARI PIU’ GIUSTO – «Il k.o. è immeritato. Un pari sarebbe stato più giusto, hanno deciso i dettagli— dice il tecnico —. Nel primo tempo abbiamo colpito un palo e avuto una gran palla-gol con Florenzi. Sullo spirito e la voglia di vincere non c’è niente da dire ai ragazzi».
Da segnalare un piccolo giallo al momento dell’ingresso di Doumbia, con una apparentedivergenza tra De Rossi e Garcia. «Daniele pensava che non sapessi che Keita aveva problemi, ma io ci avevo già parlato e sapevo che poteva continuare», chiarisce alla fine Garcia. Che poi aggiunge: «Rispetto all’Atalanta siamo migliorati, abbiamo provato a vincere e preso la partita in mano. L’attacco non segna? Non devono perdere fiducia. Il problema è stato più d’impostazione, dal portiere alla difesa. La partita l’abbiamo persa nelle due aree: scelte sbagliate in difesa anche sul secondo gol e potevamo essere più efficaci in attacco, ma non è vero che la Roma gioca meglio senza Totti, volevo solo più velocità».
IL FUTURO – Ora bisogna ripartire, però. «I ragazzi devono rialzare la testa, dobbiamo farlo con la stessa voglia e lo stesso gioco anche se con più efficacia. Certo, le giornate diminuiscono, però non dobbiamo perdere la speranza, il bilancio si fa alla fine. La partita con il Sassuolo diventa fondamentale, però non temo la pressione. Abbiamo voglia di andare in Champions. La Roma ha ancora qualcosa da dire in campionato. Noi ci siamo». L’ottimismo, almeno quello, non manca.