(A. Pugliese) – Si dice che tre indizi facciano sempre una prova, forse è anche per questo che la dirigenza della Roma la scorsa settimana ha convocato Gervinho. Per chiedergli di dare qualcosa in più, di avere un cambio di passo, di tornare ad essere il giocatore decisivo che era stato la scorsa stagione, un po’ la mossa a sorpresa della Roma di Rudi Garcia. Quel Gervinho lì — in questa stagione — si è solo intravisto. A tratti, neanche sempre. E per questo finale di stagione, in cui la Roma si gioca tanto del suo futuro (a cominciare dalla qualificazione alla prossima Champions), a Trigoria sperano possa finalmente rimaterializzarsi.
LE CONCESSIONI I tre indizi, appunto. Quasi le tre concessioni fatte dalla Roma strada facendo a Gervinho. Il primo fu la scorsa estate, quando Gervinho arrivò in ritardo al ritiro precampionato e saltò la tournée americana. Ufficialmente per motivi familiari, in realtà non si è mai saputo davvero perché. Ballava il rinnovo del contratto, rinnovo che poi è puntualmente arrivato, con il prolungamento dell’accordo (dal 2017 al 2018) il 15 settembre e ritocco dell’ingaggio, fino a circa 3 milioni di euro. Ed ecco il secondo indizio. O la seconda concessione. Fino al permesso di non tornare a Trigoria dopo le vacanze di Natale, per permettergli di preparare al meglio la Coppa d’Africa direttamente a casa sua, saltando di fatto la trasferta di Udine. Tre indizi ed una prova, il fatto che la Roma con Gervinho è stata fin troppo indulgente. Ora è lui che deve ridare qualcosa alla Roma, considerando che in campionato non segna da quasi 5 mesi (149 giorni), da Roma-Inter 4-2 del 30 novembre scorso.
L’INCONTRO La scorsa settimana di questo ha parlato lo stesso Gervinho con i dirigenti della Roma. Davanti a sé aveva un po’ tutto il management giallorosso: il d.s. Sabatini, il suo vice Massara e il d.g. Baldissoni. Un incontro informale, in cui la dirigenza della Roma ha chiesto all’ivoriano maggiore impegno e partecipazione. Soprattutto, la capacità di incidere di più, come in passato. Anche perché, gli è stato fatto notare, di concessioni (i famosi tre indizi) la Roma gliene ha fatte, anche a costo di sembrare impopolare con altri giocatori. Gervinho, dal canto suo, ha fatto notare come ce la stia mettendo tutta, si stia impegnando al massimo. E come speri di tornare presto a rendere come prima, quando la sua imprevedibilità era una delle chiavi di volta del gioco offensivo della Roma di Garcia.
LA RIPARTENZA A studiare la prestazione di Milano, contro l’Inter, non sembra che il discorso abbia fatto poi così breccia nel cuore e nell’animo dell’ivoriano, che con la testa sembra ancora chissà dove. A parlare con Gervinho, nei giorni scorsi, è stato anche Rudi Garcia (con cui l’attaccante ha da sempre un rapporto speciale) e anche il suo procuratore Pascal Boisseau, che si è affacciato a Trigoria proprio nei giorni a ridosso dell’incontro. Adesso la speranza è che a partire già dalla gara con il Sassuolo ci sia un’inversione di tendenza. Del resto, quest’anno il vero Gervinho la Roma non lo ha visto praticamente mai, se non sporadicamente in qualche timida apparizione pre-natalizia. Per l’ivoriano è arrivato il momento davvero di cambiare marcia. Altrimenti quei tre famosi indizi porteranno anche a qualche altra prova, magari lontano da Roma.