(A.Pugliese) – «Fucking idiots and assholes». Li definisce così, «fottuti idioti e stronzi». Senza giri di parole. È la reazione di James Pallotta, presidente della Roma, verso gli autori degli striscioni di sabato contro Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, durante Roma-Napoli. Striscioni che (insieme ai cori discriminatori) ieri hanno portato alla chiusura per una gara della Curva Sud, da scontare in Roma-Atalanta del 19 aprile.
QUI BOSTON Dopo aver telefonato personalmente alla Leardi, Pallotta ieri ha parlato a Roma Radio, prendendo una posizione netta: «Siamo frustrati e delusi per questa decisione. Come club non possiamo fermare tutto questo: gli steward nello stadio non hanno l’autorità per intervenire in simili situazioni. All’esterno abbiamo bloccato ogni striscione, ma dentro non abbiamo nessun controllo sulla sicurezza che è l’unica a dover scegliere di intervenire. Non è giusto che i nostri tifosi siano puniti per colpa di pochi fottuti idioti e stronzi della Curva Sud. E sono sicuro che la maggior parte dei tifosi della Roma si sia stufata di loro. Ora sta non solo a Roma ma a tutta Italia provare a farli smettere. Stiamo facendo tante e grandi cose contro bullismo, violenza e razzismo con Roma Cares, a cui donerò un milione di euro per continuare contro queste idiozie». Quel milione sarà personale, di Pallotta, con Roma Cares che fa tante cose, tra cui portare i giocatori nelle scuole e riempire lo stadio di bambini il 3 maggio, con tutta una serie di striscioni contro bullismo, razzismo e diversità.
QUI NAPOLI Sul provvedimento si è espressa anche Antonella Leardi: «Le parole di Pallotta? Sicuramente meglio del silenzio. Mi dispiace che i veri tifosi ne paghino le conseguenze. Inviterei gli autori degli striscioni a farsi un giro negli ospedali per vedere la sofferenza, ad interessarsi alla vita sociale, magari può donargli un po’ di gioia». Molto più duro e singolare il parere di Angelo Pisani, l’avvocato della famiglia: «Provvedimento vergognoso, quelli della Figc dovrebbero dimettersi. Devono solo far rispettare leggi e regole, la Roma doveva essere penalizzata».
TESI DIFENSIVA Ora la Roma ha sette giorni per decidere se presentare ricorso o meno contro la squalifica del settore. A Trigoria da una parte c’è la voglia di non fare passi ufficiali per questioni etiche, dall’altra la necessità di tutelare tutti quei tifosi che con quegli striscioni non c’entrano nulla e che saranno penalizzati (la Curva Sud ha circa 14mila abbonati). Nel caso si decida di procedere, la tesi difensiva verterà soprattutto su tre capisaldi: le eventuali responsabilità di chi doveva controllare l’ingresso degli striscioni tra le istituzioni, la sproporzione tra la responsabilità oggettiva (della Roma) e quella eventuale diretta degli autori (che per il tipo di striscione potranno essere sanzionati solo con una multa e non con il Daspo) e i precedenti striscioni, sempre solo multati. Quelli juventini sulla tragedia di Superga («Quando volo penso al Toro», «Noi di Torino orgoglio e vanto, voi solo uno schianto»), quelli napoletani dell’andata («Ogni parola è vana. Se occasione ci sarà, non avremo pietà») e quelli contro Raciti in Catania-Chievo. Sempre che la Roma al ricorso ci arrivi.