(C. Zucchelli) – Possono 11 minuti cambiare il destino di un giocatore? È quello che spera Victor Ibarbo, colombiano di proprietà del Cagliari ma in prestito alla Roma, che dopo la fine del campionato dovrà decidere se riscattarlo o se rispedirlo in Sardegna. Certo che le cifre pattuite a gennaio con la società rossoblù – 12.5 milioni per il resto del cartellino dopo i 2.5 già versati per il prestito – sono fuori mercato, e per questo la Roma sta già muovendosi per ottenere uno sconto sostanzioso, anche alla luce delle altre due trattative per Nainggolan e Astori che dovranno essere risolte.
RIMPIANTI – Ibarbo vuole rimanere, su questo non ci sono dubbi, e lo ha già detto a chiare lettere. Dovrà essere bravo a sfruttare le possibilità che gli darà Garcia, che se lo ritrova abile e arruolato ad aprile quando invece doveva esserlo a gennaio. Il colombiano, infatti, è stato uno dei colpi del mercato di riparazione: doveva essere il sostituto di Gervinho, impegnato in Coppa d’Africa, e invece è rientrato dopo l’ivoriano. Colpa di un vecchio infortunio al polpaccio che si è portato dietro da Cagliari, sottovalutato da Garcia (o dallo staff medico?) che lo ha mandato in campo poche ore dopo il suo arrivo nella gara di Coppa Italia contro la Fiorentina. Una leggerezza imperdonabile, che è costata al colombiano una ricaduta e il ritardo di oltre un mese e mezzo rispetto alla tabella di marcia. Tutto tempo tolto alle sue possibilità di riconferma nella Capitale. I rimpianti sono parecchi, perché in una squadra come la Roma che fatica a creare situazioni pericolose e manda pochissimo in gol gli attaccanti (nessuno è in doppia cifra) la rapidità di Ibarbo poteva essere decisiva.
DOPPIO RUOLO – Ora gli rimangono 9 partite per convincere la Roma, mentre Rudi Garcia sembra essere già convinto dell’apporto che potrà dare alla squadra. Soprattutto perché, con Maicon che è un enorme punto interrogativo e Florenzi che cambia ruolo in continuazione, la sua duttilità potrebbe essere preziosa. Può giocare – e giocherà – come esterno d’attacco, ma in caso d’emergenza può essere arretrato e partire anche come esterno basso. A Cesena, prima della sosta del campionato, Garcia lo ha mandato in campo a 3’ dalla fine per tenere alta la squadra e portare a casa il risultato, con il Napoli di minuti gliene ha concessi alcuni in più, proprio nel momento in cui la formazione di Benitez era tutta in avanti alla ricerca del pareggio. In quel momento c’era bisogno di velocità, che poi è una delle sue doti migliori. In quello scampolo di partita ha conquistato una parte della tifoseria della tribuna Tevere che ha osservato da vicino le sue giocate, soprattutto quella con cui ha messo davanti alla porta Iturbe, che ha fallito clamorosamente il gol del raddoppio romanista.
IL PRESENTE – Senza pensare a quello che sarà, domenica a Torino, nella gara che può indirizzare la corsa al secondo posto (che a Trigoria oggi è visto come un piccolo scudetto soprattutto per i bilanci societari), c’è anche lui in lizza per un posto da titolare. Il probabile spostamento di Florenzi sulla linea difensiva (per i cambiamenti di ruolo di cui sopra) a causa della squalifica di Torosidis, libera un posto nel tridente offensivo. In teoria in pole position ci sarebbe Francesco Totti, ma non è escluso che Garcia decida di reinserire gradualmente il capitano o che magari possa dare un turno di riposo anche ad uno tra Iturbe e Ljajic. In ogni caso al colombiano Ibarbo spetta il compito di farsi trovare pronto. Perché a 25 anni, da compiere a maggio, è arrivato per lui il momento del definitivo salto di qualità.