(V.Piccioni) – Nessuna notizia ufficiale, anzi massimo riserbo. Ma la Digos sarebbe vicina all’identificazione delle persone che reggevano in curva Sud il vergognoso striscione contro la mamma di Ciro Esposito.
NIENTE DASPO, MA… Viene esclusa l’applicazione del daspo di gruppo. Naturalmente chi ha introdotto lo striscione e lo ha esposto incorrerà invece in una violazione amministrativa (segnalazione o multa) per lo striscione non autorizzato. Ma, è il senso di un approfondimento compiuto in Federcalcio che va oltre il caso singolo di sabato, ci sono anche altri strumenti: la Roma, in presenza ovviamente dell’identificazione dei responsabili, potrebbe far scattare, di fronte alla violazione del «regolamento d’uso dello stadio», la «squalifica» di chi ha esposto lo striscione. Per esempio annullando il suo abbonamento o la richiesta di un biglietto: una specie di daspo di fatto, seppure solo per questo finale di stagione.
LA LEGGE Più complicato il discorso penale. La legge del 2007 recita così: «Sono vietate, l’introduzione o l’esposizione di striscioni e cartelli che, comunque, incitino alla violenza o che contengano ingiurie o minacce. Salvo che costituisca più grave reato, la violazione del suddetto divieto è punita con l’arresto da tre mesi ad un anno». Lo striscione potrebbe rientrare fra le «ingiurie». Una strada giuridicamente difficile, a meno che non emergano altri elementi dalla visione delle immagini. Finora la Legge, nell’articolo sugli striscioni, è stata utilizzata una sola volta: in occasione della denuncia di tre ultras juventini per l’esposizione dei feroci striscioni sulla tragedia di Superga.