(U. Trani) Il 30 novembre, cioè quasi 5 mesi fa, non è distante solo nel calendario. Lo è di più nel paragone con la Roma del girone d’andata, almeno fino alla tredicesima giornata, proprio dopo il successo sull’Inter di Mancini, 4 a 2, unica gara in cui i giallorossi sono riusciti a segnare 4 reti in questo torneo (in stagione, di meglio, solo la manita in Champions al Cska Mosca di Doumbia). Garcia, da quel momento, ha perso per strada punti e obiettivi. Ne ha raccolti, nelle successive 18 gare, la metà di quelli disponibili: 27 su 54, ottenuti con 5 vittorie, 12 pareggi e 1 sconfitta. Basta e avanza a spiegare la frenata in classifica: la Juve, all’epoca, era avanti solo 3 punti, il Napoli terzo (insieme con il Genoa) staccato di 8 punti, la Lazio settima addirittura di 11. In due mesi e mezzo, il rendimento incerto ha certificato non solo l’uscita di strada nella corsa scudetto, ma anche l’addio a tre obiettivi: Champions, Coppa Italia ed Europa League. E da due turni, a conferma che il gruppo non ha mai ripreso quota dalla fine del 2014, per la prima volta il francese, da quando è in Italia, è sceso sotto il secondo posto. Da terzo, ha gli stessi punti dei rivali biancocelesti, avanti per la differenza reti.
TEMPI BELLI – «Vorrei rivedere l’intensità di quella partita contro i nerazzurri» confessa Garcia che, indirettamente, conferma l’involuzione della Roma. Anche per questo chiederà proprio il minimo indispensabile stasera ai suoi giocatori nella centesima sfida a Milano contro l’Inter. E cioè: «Solidarietà in campo». Con ogni interprete che «aiuti l’altro quando sbaglia». Perché, ultimamente, tra egoismo e anarchia, i giallorossi stonano. «Ma ora entriamo nell’ultima fase del torneo: non c’è più tempo da perdere».
SENZA ALIBI – «Ho spiegato loro, lunedì, come comportarsi: insomma sanno che cosa fare». Garcia non alza la voce, ma inchioda il gruppo davanti alle responsabilità. E fissa, con concetti semplici, le nuove regole per le 7 gare che portano al traguardo: «Stop al mercato e ai tweet. Non mi interessano. Bisogna essere concentrati solo sul gioco e sulla partita. E sul finale di stagione. Se contro il Cesena, il Napoli e il Torino abbiamo fatto bene certe cose, sta a significare che siamo stati capaci di avere l’atteggiamento giusto. Quando riusciamo a essere attenti e determinati, poi siamo sempre ripagati».
RECUPERI FONDAMENTALI – «Non mi importa se ora l’Inter, per i bookmaker, è la favorita. Noi dobbiamo comunque dare il massimo, ricordandoci che in trasferta da un po’ raccogliamo più che all’Olimpico». Non ci sono dubbi: 4 delle ultime 5 vittorie sono state conquistate fuori casa. I nerazzurri, decimi e con 16 punti in meno, dentro o fuori si comportano allo stesso modo. Ma in attacco, il quarto del campionato (46 reti), vanno meglio della Roma che ha il nono (42). «E’ una squadra che ha tanti giocatori di grande qualità» aggiunge l’allenatore giallorosso. Che però finalmente ha il suo Gervinho a disposizione. «Lui e Pjanic sono al cento per cento. Con il ritorno di alcuni giocatori, anche noi ci presentiamo con punti di forza importanti. E con più scelta, come piace a me. Quando aumenta la concorrenza, per la squadra è meglio. Pure mentalmente».