(U. Trani) – I nemici, come gli obiettivi, rischiano di essere finiti. Meglio guardarsi in faccia e capire se ancora è possibile fare qualcosa. I problemi della Roma sono lì, dentro Trigoria. Non fuori. Siamo, dunque, alla resa dei conti. Interna. I fischi dei tifosi, le critiche dei media e i pettegolezzi della città: sono giustificazioni di comodo da accantonare in fretta per non sbagliare le ultime 7 gare della stagione. Poi chi vuole, e succederà, potrà pure chiamarsi fuori. «Basta alibi». Garcia, dopo averlo detto in pubblico nella pancia dell’Olimpico, lo ha ripetuto ai giocatori nel colloquio di ieri pomeriggio. Sono stati 20 minuti, vibranti e intensi, con il francese che ha confermato al gruppo di essere «molto arrabbiato». Rudi, analizzando anche alcune fasi orribili della gara contro l’Atalanta, è stato diretto. «Bisogna lavorare di più e meglio. Con passione e voglia. Perché, se continuiamo così, rischiamo di non arrivare nemmeno al quarto posto» la sintesi del suo messaggio ai calciatori. Ai quali ha chiesto di svegliarsi, proprio ricordando loro il fiacco primo tempo della partita di domenica, valutato dallo stesso allenatore come il peggiore di sempre.
SILENZI E MUGUGNI – Non è la prima volta che Garcia si intrattiene con la squadra. E’ successo, quasi sempre, dopo cadute, eliminazioni e pareggi (17 totali). Differente il tono, da intervento a intervento. Rudi che coccola, sprona e urla, a seconda della prestazione. Faccia a faccia che, a vedere il rendimento scadente da novembre a oggi, non hanno avuto l’effetto desiderato. La sensazione è che anche i giocatori siano poco convinti di quanto sta accadendo. C’è chi contesta l’addestramento tattico, chi il metodo della preparazione fisica e chi in assoluto le scelte del tecnico. Che, pur pretendendo maggior applicazione durante il lavoro quotidiano, si sta rendendo conto di non riuscire più a governare la situazione come un anno fa. La comunicazione, tra i vari settori, è difettosa. Lo staff tecnico è distante da quello medico, qualche giocatore parla poco con i collaboratori di Rudi, altri non hanno feeling con il preparatore atletico. La società adotta spesso confronti personalizzati. Sabatini è il capo di Trigoria e si informa con i suoi fedelissimi. Gelosie e musi lunghi sono d’attualità. Esistono anche in altri club, pure in quelli vincenti. Figuriamoci qui. Il gruppo tiene solo quando vengono i risultati. Ora è nervoso e inquieto. E ognuno, appena esce dal centro sportivo, si lamenta e si sfoga in privato. Al ristorante, al bar o a casa. Con chi passa.
INTERVENTI IN STAND BY – I dirigenti hanno preso in considerazione l’ipotesi del ritiro anticipato. Scelta anche la sede: Novarello. Anche la Roma di Andreazzoli, due anni fa, si fermò lì qualche giorno. Proprio Garcia ha (per ora) bocciato la partenza per il nord già oggi (o al massimo domani). Proprio lui spinse di lasciare subito la capitale il giorno dopo l’addio all’Europa League (19 marzo). La società prese tempo e decise lo spostamento in Romagna solo il sabato mattina. Si valutano, intanto, le candidature per il trait union tra club e squadra. Baldini a suo tempo avrebbe voluto Tommasi, Sabatini pensò a Peruzzi (almeno due volte) e più avanti a Perrotta. Garcia spinge per un suo uomo, i giocatori in assoluto non si fidano e accetterebbero Balzaretti che però ha ancora voglia di scendere in campo. Andreazzoli, finita l’esperienza in panchina, era stato scelto proprio dal ds. Bocciato pure lui. Figura, dunque, da individuare.
ITURBE PENSA ALL’ADDIO – Confermato lo strappo tra giovani e senatori. Paredes è stato rimproverato da alcuni compagni più esperti, perché colpevole di aver alzato troppo (e spesso) la voce durante la gara contro l’Atalanta. Iturbe, invece, ha lasciato l’Olimpico con gli occhi gonfi. Scioccato e amareggiato. Le ramanzine e i fischi pesano sul futuro dei due. Che, come altri, cominciano a pensare al divorzio a fine stagione. L’ambientamento non è riuscito.