Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.
Dopo tante polemiche si intravede un barlume di luce in un tunnel che in queste settimane sembrava interminabile. Contro il Sassuolo arrivano tre punti pesanti e un 3-0 che porta ottimismo e coraggio per le prossime 5 finali. Tre siglature da parte della Roma non si vedevano da 5 mesi (!), cioè da quel Roma-Inter del 30 novembre che sembrava lanciare i giallorossi verso lo scudetto. Invece oggi, 30 aprile, Totti e compagni dovranno lottare con le unghie e con i denti per difendersi un terzo posto (o riconquistarsi il secondo) che sembra vitale in vista della prossima stagione, senza ricorrere alla quinta, deprimente, rivoluzione societaria e tecnica. Anche se sicuramente qualche cambio a fine stagione sarà obbligatorio. Resta da capire dove avverrà.
IL MIGLIORE: Alessandro Florenzi
Contro il Sassuolo Florenzi sfodera un’altra grande, sontuosa, prestazione in un ruolo (lo ricordiamo sempre) non suo. Corre come un motorino per tutta la gara tanto che chiede il cambio a Garcia nel finale ma il tecnico francese glielo nega, sale in attacco e crossa come un orologio svizzero. Dietro chiude con sicurezza ed eleganza come se avesse padronanza del gioco. Conosce ormai a memoria ogni centimetro del prato verde e giorno per giorno dimostra una netta crescita che forse neanche il più ottimista dei tifosi si aspettava. Ha (finalmente) la consapevolezza di essere diventato un grande giocatore, si vede anche dagli atteggiamenti che ha in campo e fuori. Il gol alla Maicon (quello dell’Inter eh!) è la ciliegina della torta di un match che sentenzia giustamente la sua importanza reale per questa squadra. La vera anima della Roma.
IL PEGGIORE: Gervinho
Fino al minuto 74 è un giocatore in più per il Sassuolo e uno in meno per la Roma. Completamente avulso dal gioco giallorosso, si muove molto ma male e quei pochi palloni che tocca li regala alla difesa avversaria senza azzeccare mai una giocata vincente contro degli avversari non di certo impeccabile (Longhi per dirne uno). Ad un quarto d’ora dalla fine del match ha uno scatto d’orgoglio e serve l’assist per il terzo gol di Pjanic dopo una serie di dribbling più casuali che riusciti. Per l’ennesima volta ci chiediamo cosa spinga Rudi Garcia a non prelevare mai e poi mai il suo pupillo per eccellenza anche quando si dimostra inutile per le trame della Roma. Fa parte di quella cerchia ristretta di Intoccabili. Neanche fosse Robert De Niro…
Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)