Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.
Un altro pari all’Olimpico di Torino che grida ‘vendetta’. La squadra di Ventura ferma sull’1-1 la Roma di Garcia (come nella stagione passata) e permette alla Lazio di scalvare in classifica i giallorossi, ora terzi a -1 dai rivali. Buffo risultato se pensiamo che quella di ieri è stata la partita migliore della Roma, forse dal 30 novembre (4-2 contro l’Inter, ndr), se calcoliamo i tiri verso la porta (6) e le occasioni da rete (circa 13) contro le occasioni da gol rivali: solo una, il gol di Maxi Lopez, arrivato per di più in un’azione molto dubbia con la palla che sembrava più fuori che dentro il campo sul tocco di Bruno Peres, obiettivo della Roma per il mercato estivo. Un pari che complica i piani della rosa giallorossa che sembrava aver lasciato alle spalle il periodo di crisi e che fa rievocare ancora una volta numerose critiche verso una campagna acquisti di gennaio scadente e fallimentare: vedere un Doumbia in condizioni irrisorie e un Ibarbo molto deludente fa quasi rabbia se pensiamo che a giugno potrebbero costare circa 30 milioni di euro, soldi che forse andavano spesi per una sola punta, una punta vera. Quella da gol e non dalla corsa inutile.
IL MIGLIORE: Alessandro Florenzi
Mai come oggi è stato così semplice trovare il migliore in campo in una partita della Roma. Alessandro Florenzi si conferma il jolly tuttofare indispensabile per Rudi Garcia. Dove lo metti, sta e fa bene. Fino all’82’ viene schierato nuovamente terzino con l’assenza di Torosidis, squalificato per l’occasione, poi nel finale torna nel suo ruolo preferito di esterno alto al fianco di Doumbia (!) e Iturbe. Contro un osso duro come Darmian, chissà forse uno dei suoi futuri compagni, non sfigura, anzi. Difende bene, puntuale dei disimpegni, spinge con regolarità e crossa come un terzino ‘navigato’. Nel primo tempo si prende il lusso di metterà in difficoltà il Torino mancando l’appuntamento con la rete, ma è nella seconda frazione che sale in cattedra. Costruisce lui l’azione che porta al rigore su De Rossi: il numero 24 porta palla sino alla trequarti granata e con uno scavetto alla Totti trova il capitano giallorosso che viene atterrato in area da Moretti. Dal dischetto ci va proprio lui, rigorista a sorpresa, ma con tanta lucidità trasforma il penalty e realizza la sua terza rete in campionato. Dopo il pari del Toro, è lui a mettere sulla testa di Ibarbo un pallone da spingere solo in rete ma il colombiano sciupa di testa. Nel finale, con l’ingresso di Yanga-Mbiwa, viene riproposto in attacco e Florenzi si mette in proprio calciando sul legno il possibile 2-1, con un destro sul primo palo dopo essersi accentrato dalla sinistra. Una partita da vero trascinatore.
IL PEGGIORE: Adem Ljajic
Ci si accorge di lui solo nel primo tempo, quando in un paio di occasioni (9′ e 22′) si conferma ancora una volta troppo altruista passando la palla ad un suo compagno in area, invece di prendersi la ‘responsabilità’ di calciare verso la porta avversaria. Sempre nella prima frazione sciupa un’occasione di testa da ottima posizione. Poi più nulla. Nel secondo tempo sparisce senza toccare mai un pallone, uscendo giustamente al minuto 75. A Ljajic manca ancora quella continuità rimproveratagli nel corso dei due anni in giallorosso, non trovando la rete da febbraio. E’ vero che sul piano realizzativo è la sua stagione migliore (8 gol) ma calcolando le presenze (24) la media gol è ancora troppo bassa per un attaccante dal suo tasso tecnico.
Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)