(A. Austini) – La costruirà ancora Sabatini, l’allenerà di nuovo Garcia. Ma sarà una Roma molto diversa. Al momento – e nel calcio quello che è vero oggi non è detto lo sia domani – direttore sportivo e allenatore sono le uniche «certezze» della prossima stagione. Il primo non ha mai interrotto il lavoro sul mercato, il francese pianifica da mesi la preparazione estiva con i suoi collaboratori e continua ad andare d’amore e d’accordo con i dirigenti.
Come rilanciare allora una squadra che, qualsiasi sarà la posizione finale in classifica, ha clamorosamente disatteso le aspettative di vittoria? Cambiando i giocatori. Tanti. Insomma una nuova rivoluzione è alle porte dopo che un anno fa, per la prima volta da quando governa il settore tecnico di Trigoria, Sabatini aveva invece provato a mantenere l’ossatura della rosa, sacrificando solo Benatia tra i titolari della prima Roma di Garcia. Stavolta no, non si può. E allora via alle partenze per far posto ai necessari acquisti.
Nessuno è incedibile. Questo è il punto di partenza mai messo in discussione nella gestione americana. Le eccezioni sono pochissime: Totti per ovvi motivi, Strootman e Castan perché nessun club può pensare di acquistare giocatori che devono dimostrare innanzitutto di poter tornare in campo ai livelli di un tempo. De Rossi è un capitolo a parte: difficile arrivino offerte, semmai sarà lui a chiedere di cambiare aria. Lo stesso Keita è padrone del suo destino: se accetterà di restare un altro anno, la società sarà felice di accontentarlo. Altrimenti saluti e ringraziamenti. Non è incedibile ma difficilmente andrà via Iturbe, per il quale è già stata rifiutata una maxi-offerta dal Liverpool.
Tutti gli altri sono discussione. A partire da Maicon, che continua ad allenarsi sei ore al giorno a Trigoria, a fare avanti e indietro tra Roma e Barcellona dove lo segue il professor Cugat, ma non riesce a risolvere le infiammazioni multiple al ginocchio. Il brasiliano è convinto che prima il preparatore atletico Rongoni, poi le cure «imposte» dai medici del club non l’abbiano aiutato. Dall’altra parte sostengono invece che la cartilagine del ginocchio sia quasi compromessa. Maicon spera di giocare almeno le ultime due partite di campionato e non sarà affatto semplice. Poi si metterà seduto con la società per decidere se andare avanti un altro anno come da contratto. L’ipotesi rescissione non è stata ancora discussa ma è un’eventualità.
Stesso discorso per Cole, un flop totale. L’inglese andrà via in estate, a patto che trovi qualcuno pronto a metterlo sotto contratto tra Inghilterra e Stati Uniti. L’altro «fantasma» della fascia sinistra è Balzaretti, la cui ultima partita in serie A risale a novembre 2013. Ha ripreso a giocare con la Primavera, da qualche settimana Garcia se lo porta in panchina, più che altro per motivarlo. Il recupero completo resta un miraggio e a giugno andrà in scadenza: più probabile che rimanga a Trigoria in un altro ruolo. Altro addio sicuro quello di Spolli, impensabile venga riscattato dal Catania.
Ci sperano, invece, Astori e Ibarbo, apprezzati da Sabatini ma molto poco dalla «piazza». Di sicuro la Roma non spenderà 17 milioni e mezzo complessivi per comprarli dal Cagliari, con il quale è in corso la trattativa per Nainggolan, l’uomo più richiesto della rosa attuale. Ecco perché la società potrebbe anche di riscattarlo e venderlo a peso d’oro. Per tutti gli altri, da Pjanic a Ljajic, fino al «figliol prodigo» Destro, sarà il mercato a decidere. Di fronte a offerte interessanti, la porta è sempre aperta.