(E. Menghi) Dice e non dice Pjanic a fine partita. A mezza bocca dice, per esempio, che «bisogna cambiare degli atteggiamenti durante la settimana e anche in partita», ma non dice quali. Cos’è che veramente non funziona? «Non lo devo dire a voi, però ci sono delle cose da cambiare. Se vogliamo arrivare in alto non possiamo accettare certe cose. Quando i risultati non ci sono non è tutto ideale, dobbiamo svegliarci e dare molto di più. Non riusciamo più a vincere, è difficile da accettare e da vivere. Dobbiamo provare a cambiare la rotta, rimangono 6 gare e bisogna fare il massimo dei punti. Questa sconfitta è dura da digerire».
«Mire» ci gira intorno, poi individua una carenza lampante rispetto all’anno scorso: «Abbiamo perso la rabbia nel raggiungere i risultati. Dobbiamo avere la voglia di portare la Roma in alto».
Gli infortuni non hanno aiutato, lui ne sa qualcosa: «Mi è dispiaciuto uscire, ma era meglio che entrasse uno più fresco. Siamo stati sfortunati, ma non può essere una scusa. Non siamo 11, siamo un gruppo e quando uno entra deve fare di tutto per la squadra. L’anno scorso vincevamo le partite così». Pjanic sa che ora c’è da guardarsi alle spalle: «Vogliamo arrivare secondi, ma dobbiamo stare attenti anche dietro. Dobbiamo disputare la Champions». O sarà fallimento totale.