(A. Austini) Di psicodrammi romanisti ne hanno vissuti insieme sin troppi. E allora sarebbe il caso di evitare il prossimo, con il sorpasso della Lazio al secondo posto che vale la Champions: Totti e De Rossi, più di ogni altro nella Roma, vogliono risparmiarsi l’ennesima delusione di una carriera non sempre all’altezza delle loro aspettative e qualità.
Domenica a Torino, stringendo i denti, ci saranno entrambi. Totti sembra aver smaltito il fastidio alla coscia frutto di una cicatrice di un vecchio infortunio: i rischi di una ricaduta adesso sono minimi, da inizio settimana si allena in gruppo ed è pronto a riprendersi quel posto al centro dell’attacco lasciato ai compagni nelle ultime tre partite fra campionato ed Europa League. È suo l’ultimo gol realizzato da un attaccante della Roma (a Verona il 22 febbraio), toccherà anche a lui guarire la sterilità del reparto avanzato. Probabilmente partirà dall’inizio con ai fianchi Ljajic e Iturbe, mentre Doumbia e Ibarbo si possono rivelare carte utili da gettare sul tavolo in corsa.
Non ha alternative pronte, invece, De Rossi: ecco perché Garcia gli chiederà uno sforzo nonostante ieri è stato reso pubblico il motivo che sta frenando il centrocampista dopo gli esami svolti mercoledì.
«Una microfrattura del processo spinoso ad una vertebra dorsale» recita il bollettino del club (per Cole invece frattura del quinto metacarpo della mano destra e tutore già applicato), spiegando cosa c’è all’origine dei dolori alla schiena avvertiti da De Rossi dopo la trasferta di Cesena. Un colpo fortuito ha provocato questo danno, ma non gli ha impedito di scendere in campo con il Napoli grazie all’ausilio di una dose massiccia di antidolorifici. Lo stesso accadrà domenica, dopo qualche allenamento personalizzato. E Daniele si sentirà almeno un po’ «alleggerito»: il fatto che il suo infortunio fosse rimasto nascosto ha pesato sui giudizi della prestazione contro gli azzurri di Benitez. In fondo, la gran parte dei problemi di Capitan Futuro di quest’anno sono fisici: due ricadute dell’infortunio al polpaccio patito al Mondiale più acciacchi vari lo hanno limitato ed esposto alle «solite» bocciature.
Amarezza che si somma a a tutta quella accumulata nel recente passato, fino a portarlo a un passo dall’addio, e alla delusione per una stagione che pensava potesse essere vincente. Finito il campionato il tema del suo futuro tornerà d’attualità: sulla carta gli restano due anni di contratto prima di lanciarsi in un’esperienza «esotica» in Major League o in Argentina, ma tutto può succedere.
Anche per Totti si avvicina un momento di riflessione. A settembre inizierà quella che in teoria è la sua ultima stagione da calciatore. Ma se starà ancora bene e la proprietà (pensando anche alla sua forza in chiave marketing) gli proponesse di continuare a giocare oltre la soglia dei 40 anni quantomeno ci penserebbe. Su una cosa è già d’accordo con la Roma: deve smettere da giocatore integro. E, possibilmente, vincente.