(A. Serafini) – Ad ogni azione corrisponde un’inevitabile reazione. Deve averlo capito ormai anche il presidente della Roma James Pallotta, finito nel mirino di una parte dei suoi stessi sostenitori dopo la decisione di non presentare ricorso contro la squalifica della Curva Sud per gli striscioni contro la madre di Ciro Esposito. Una frattura che si è manifestata con maggiore intensità nelle ultime ore dopo la presa di posizione del patron statunitense, convinto nel proseguire sulla linea della «tolleranza zero» verso chi si macchia di episodi deprecabili all’interno delle curve. L’uso di termini molto duri, «Fottuti idioti» e la mancata tutela verso chi sarà costretto, per colpe di altri, a guardare la prossima sfida con l’Atalanta dal divano di casa, hanno però inasprito ulteriormente gli animi di una frangia dei sostenitori romanisti, impegnati negli ultimi giorni nel mostrare con ogni mezzo il proprio dissenso. «Pallotta boia», «Pallotta la Sud ti schifa» e «Pallotta go home» sono soltanto alcune delle scritte comparse sui muri della città insieme agli adesivi giallorossi firmati con un eloquente «We are fucking idiots».
Un pensiero condiviso da molti, ma non da tutti, tanto che a Trigoria la posta elettronica è intasata da email di supporto nei confronti del presidente americano, che mercoledì aveva ribadito il proprio pensiero sulla vicenda: «I veri tifosi non insultano e non tirano merda sui giocatori. Non sono razzisti e non sono violenti. Noi ci dobbiamo sbarazzare di loro». Una nuova, ennesima, spaccatura all’interno del tifo romanista che domenica all’Olimpico è destinata a creare un’atmosfera diversa dal solito. Al momento sono previsti circa 20.000 spettatori, cifra anomala, ma soltanto stimata considerando la decisione presa da alcuni gruppi (abbonati in altri settori) di disertare lo stadio in segno di solidarietà alla curva Sud. Attraverso comunicati e il passa parola sul web l’invito a manifestare contro la politica societaria avverrà all’esterno dell’impianto prima dell’inizio della partita. Un episodio analogo era già avvenuto nel marzo del 2014, quando circa 500 romanisti si riunirono nei pressi dell’Olimpico a poche ore dalla sfida tra Roma e Inter per protestare contro la chiusura di curva e distinti, sanzione adottata dalla Giustizia Sportiva per l’infrazione della norma sulla discriminazione territoriale. In quell’occasione non mancarono striscioni di protesta rivolti alle istituzioni calcistiche, mentre questa volta con gli stessi metodi, il contenuto dei messaggi sarà indirizzato quasi esclusivamente a Pallotta, accusato inoltre di aver intrapreso un percorso in cui il tifoso viene considerato un semplice «cliente». Come misura preventiva in un clima che comunque si preannuncia caldo, la società ha programmato in giornata un incontro con il Gos per organizzare il consueto piano di sicurezza. Con l’unica speranza in comune tra le parti, che nel trambusto già creato, a rimetterci non sia proprio la Roma.