(S. Pieretti) – C’era una volta Roma-Napoli, una festa del calcio dove la fratellanza sportiva si univa bonariamente agli sfottò da stadio. La partita era un evento condiviso, le emozioni e i gol si vivevano gomito a gomito, tifosi mischiati in tribuna, abbracciati nella stessa passione calcistica, divisi unicamente dai colori del cuore. È trascorso poco più di un ventennio, la festa nel contempo si è tramutata in un avvenimento da monitorare, una partita ad alto rischio da chiudere alla tifoseria ospite.
«L’Olimpico senza tifosi del Napoli è una sconfitta», ammette Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, a margine della presentazione del libro «Ciro Vive». Sono passati già undici mesi dalla tragedia che ha colpito la famiglia del giovane tifoso napoletano, morto in seguito a un’aggressione avvenuta poco prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. «Il calcio è un gioco, bisogna vivere e non morire per lo sport – ha sottolineato – questo è il messaggio che ho mandato dall’inizio e continuo a mandare ancora oggi. Nessuno deve cercare vendette nel nome di Ciro, lo sport deve aggregare, non dividere, mi auguro che non sia stata vana la sua morte, che sia simbolo di speranza, Ciro vive nei cuori di chi lo ama».
In occasione della presentazione del libro, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha premiato il giovane schermidore Stefano Cedrini, vincitore della prima borsa di studio in memoria di Ciro Esposito, assegnata dal Coni su segnalazione della famiglia di Ciro Esposito. Il giovane schermidore Stefano Cedrini del Circolo Ravennate della Spada, durante la prova che avrebbe dato accesso ai quarti di finale del campionato italiano under 14, aveva rinunciato alla stoccata decisiva, nonostante l’arbitro e gli avversari non avessero ravvisato alcuna scorrettezza. In quell’occasione, Stefano ammise di aver toccato terra anziché il suo antagonista. Il punto, quello cui Stefano aveva sportivamente rinunciato, risultò alla fine decisivo. Stefano Cedrini ha ricevuto dal presidente Malagò la tuta della Nazionale olimpica azzurra e il diploma della borsa di studio, con la motivazione del premio: «Protagonista di un gesto ispirato ai nobili valori dello sport – Giovane schermidore, grande campione di lealtà e di fair play».
Alla conferenza stampa di presentazione del libro hanno partecipato – tra gli altri – anche il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, il senatore Vincenzo Cuomo, il cantante Gigi D’Alessio, e il vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio.
Qualcuno non ha visto di buon occhio l’assenza delle due società di calcio, ma da sempre la Roma – pur stringendosi nel dolore della famiglia Esposito – si è sentita totalmente estranea al drammatico episodio, avvenuto lontano dallo stadio prima di una partita che non vedeva protagonista la propria squadra di calcio, e per un fatto di inaudita violenza che nulla ha a che vedere con il calcio e con la tifoseria giallorossa. «Attraverso questo premio non verrà dimenticata la figura di Ciro – ha affermato il presidente del Coni Giovanni Malagò – in questa occasione voglio spendere un pensiero per Antonella, la sua mamma: ha dato una lezione di vita e di stile, è piccola ma ha volato molto alto. Non si è mai fatta strumentalizzare né ha mai messo in secondo piano il perdono e il rispetto. La partita di sabato tra Roma e Napoli dovrà essere una partita all’insegna del rispetto e dello sport».
L’augurio del numero uno dello sport italiano è lo stesso del primo cittadino della città di Roma Ignazio Marino, che da tempo sta lavorando con le istituzioni al piano sicurezza per l’evento sportivo. «La morte di Ciro Esposito è una pagina tragica – ha dichiarato il sindaco della capitale – è inaccettabile che una persona possa perdere la vita mentre partecipa a una partita di calcio che dovrebbe invece essere un momento di grande festa. Il nostro compito è far sì che nessuno dimentichi mai ciò che è accaduto affinché episodi simili non si ripetano. Questo dramma deve unire e non dividere due città splendide come Roma e Napoli, orgoglio per l’intero Paese».