(A. Austini) Alla fine ha prevalso la coerenza sulla rabbia per una decisione giuridicamente insensata. La Roma, dopo giorni di riflessione tra Trigoria e Boston, ha deciso di non presentare il ricorso alla Corte sportiva d’appello per la squalifica di un turno alla Curva Sud inflitta dal Giudice Sportivo, che ha punito i 4 striscioni esposti contro la mamma di Ciro Esposito e a favore del suo presunto assassino Daniele De Santis.
Pallotta ha definito «fottuti idioti» gli ultrà autori delle scritte, infuriato per il danno d’immagine arrecato al club in tutto il mondo (servizi televisivi sulla vicenda sono andati in onda anche sulla Cnn) e l’eventuale reclamo, già studiato dai legali giallorossi e basato sui tanti precedenti, lo avrebbe in qualche modo smentito. Non solo. La Roma è pienamente convinta che la decisione di Tosel sia stata «politica», calata dall’alto (forti le pressioni di Viminale e Figc) e che difficilmente la Corte in appello avrebbe potuto ribaltareuna sentenza «obbligata» da motivi extra-giuridici. Insomma, la società ha deciso di darla vinta ai «perbenisti moralizzatori» piuttosto che rischiare un’altra beffa con un ricorso respinto.
Il risultato è che tutti gli abbonati della Sud non potranno entrare all’Olimpico (neppure in altro settore) il 19 aprile per seguire la gara con l’Atalanta: è la quarta volta che accade nelle ultime due stagioni, senza contare la curva «dimezzata» dal Viminale in occasione delle partite di Coppa e campionato con l’Empoli in seguito ai fatti dell’ultimo derby. «Pagano migliaia di persone per pochi stupidi», come dice Pallotta riferendosi a chi ha esposto quegli striscioni accusando la signora Leardi di lucrare sulla morte del figlio Ciro. Va ricordato che «i pochi stupidi» non hanno commesso alcun reato perseguibile penalmente come specificato dalla polizia stessa, a parte aver violato il regolamento sull’uso degli impianti sportivi. Nessun incitamento alla violenza, tantomeno discriminazione, semmai un attacco diretto alla madre di Ciro, che spalleggiata dal suo legale Pisani, ha spesso tirato in ballo la Roma, i dirigenti e persino Totti in una vicenda che non ha mai riguardato direttamente il club giallorosso. Ma il mondo del calcio, attraverso il giudice sportivo, ha deciso che la responsabilità oggettiva della società, per non aver evitato l’ingresso allo stadio di quegli striscioni, è più grave della responsabilità diretta dei tifosi che lo hanno mostrato.
Il mancato ricorso ha scatenato le proteste di molti tifosi. Sul web e i social i commenti si sprecano. «Pallotta non ci tutela? E noi non rinnoveremo l’abbonamento» si legge ad esempio. C’è addirittura chi parla di «frattura importante creata tra la società e la tifoseria». Fanno meno rumore, ma a Trigoria e ai canali ufficiali della Roma, tra tante critiche, è arrivato anche qualche complimento da abbonati in altri settori.
VERSO IL TORINO – Prima di ritrovarsi in uno stadio mezzo vuoto, con la possibile protesta all’esterno, la squadra dovrà affrontare domani la delicata trasferta in casa dei granata di Ventura. Per proteggere il secondo posto serve una vittoria e Garcia ritroverà Totti, anche se non ha ancora deciso se schierarlo. Il capitano è recuperato clinicamente ma a livello atletico non è al top. Così nel tridente con Iturbe e Ljajic potrebbe finire Ibarbo. «Sono pronto a giocare dal primo minuto – dice il colombiano a Sky – darò il massimo per convincere la Roma a riscattarmi». De Rossi, che deve gestire una microfrattura alla vertebra, si è allenato a parte ma ci sarà.