(A. Austini) La Roma crolla a San Siro. Sconfitta da un’Inter appena decente (non accadeva dal 2011) che la inseguiva a 16 punti di distanza, concede alla Lazio l’occasione di salire a +3 e al Napoli di avvicinarsi a due soli punti. Una sconfitta forse severa, ma è l’ennesima prova fallita da un gruppo senza fiducia, carattere e con tanti limiti, guidato da un allenatore ormai impotente. A sei partite dal termine non resta che salvare il salvabile, ovvero quel terzo postoche costringerebbe i giallorossi a iniziare la prossima stagione con un preliminare di Champions ad alto rischio. Il campo finora dice che questa Roma forse non merita neppure quello.
NOSTALGIA CANAGLIA – Le due squadre controllate da club stranieri non sono più le eterne duellanti di poche stagioni fa. Animate da grandi ambizioni ma entrambe ancora alla ricerca di una struttura stabile innanzitutto. San Siro è gelido con i nerazzurri come lo è l’Olimpico con i giallorossi, fischia dopo un minuto al primo passaggio sbagliato, canta «tifiamo solo maglia» dopo il gol del vantaggio, sbuffa per il resto dei minuti assistendo a uno spettacolo non certo esaltante, esplode di gioia alla fine per una vittoria che servirà a poco ai fini della classifica. Zanetti non c’è più, Totti sì ma fa una gran fatica. La malinconia è comune.
DERBY MALEDETTO – Dopo le barricate di Reja, la magia di Hernanes. Un altro ex laziale allontana la Roma dalla Champions con un tiro dei suoi. E pensare che nel primo quarto d’ora l’Inter non era praticamente scesa in campo. Il pari potrebbe arrivare subito con Ibarbo ma il palo salva Handanovic ormai battuto. I giallorossi continuano a far la partita, tengono palla, ma il problema è sempre quello: l’attacco non esiste e i tiri non arrivano. Gervinho è un fantasma, Totti è lontano dalla star che illuminava San Siro, non può bastare l’irruenza di Ibarbo neppure per mettere paura alla mediocre Inter di Mancini.
RUDI CAMBIA – La ripresa la comincia meglio l’Inter con tre ripartenze non finalizzate da Icardi. Garcia corre ai ripari con un cambio inedito: dentro Keita per lo spento Totti, Pjanic fa il trequartista dietro Ibarbo e Gervinho. La Roma cambia marcia, la prima occasione del pari capita però sul piede sbagliato: quello di Florenzi che calcia alle stelle. Non sbaglia invece Nainggolan ben imbeccato dal Pjanic che sfrutta un errore a centrocampo dell’Inter.
BLACK OUT – L’unica occasione per scattare avanti parte ancora dai piedi del bosniaco su punizione respinta corta da Handanovic. Garcia vorrebbe metter dentro Iturbe per Ibarbo ma Pjanic chiede il cambio a causa della solita caviglia malandata e si torna al 4-3-3. La Roma che si era rimessa in corsa evapora, dà coraggio all’Inter spinta a vincere dai cambi offensivi di Mancini: dentro Kovacic, Shaqiri e Podolski. Il finale è tutto nerazzurro e dopo tanti errori Icardi mette dentro il pallone della vittoria. Doumbia che doveva sostituire Ibarbo entra per De Rossi ma ormai la partita è finita.
IL FUTURO FA PAURA – E ora? Mercoledì c’è il Sassuolo in trasferta, poi il Genoa in casa dove la Roma ritroverà una Sud inferocita. Intanto la Lazio può prendere il volo, la situazione ambientale renderà ancor più difficile la volata di una squadra impaurita che non aspetta altro di finire questa stagione da incubo. Il game over è vicino. Ed è una fortuna.