(A. Serafini) – Curva svuotata, tra lunghi silenzi e la promessa mantenuta di proseguire sulla strada della contestazione. Una domenica sicuramente surreale per la Roma di Pallotta, avvilita dai risultati e pesantemente fischiata a fine partita nel breve tragitto verso gli spogliatoi.
Come preventivato nei giorni antecedenti alla gara, un nutrito gruppo di tifosi romanisti si è riunito nei pressi dell’Olimpico un paio d’ore prima del fischio d’inizio per manifestare il proprio dissenso nei confronti del presidente americano, reo di non aver presentato ricorso contro la squalifica della Curva Sud. Armati di fumogeni e striscioni, circa 300 persone hanno preso parte al corteo che ha attraversato i confini dello stadio, fermandosi poi nei pressi degli uffici del Coni dove è stato mostrato il primo messaggio di protesta: «Anche se sei l’unico rappresentante di una minoranza… La verità è verità». Riferimento indirizzato esclusivamente al patron giallorosso, insultato tra cori, «Vattene» ,«Noi non siamo americani» e uno striscione eloquente: «Pallotta maiale». Momenti di ilarità si sono registrati soltanto quando è stato esposto un manifesto «America’ facce Tarzan» con relativo fotomontaggio che ritraeva Pallotta a torso nudo con un pallone sotto braccio e sciarpa giallorossa intorno al collo.
Il tutto è avvenuto sotto le sguardo di un ingente schieramento delle forze dell’ordine, che limitandosi ad osservare il normale svolgimento del corteo si sono concentrate in un minuzioso controllo di pre-filtraggio prima della gara. La paura che l’Olimpico potesse riproporre striscioni ritenuti «pericolosi» o sulla falsa riga di quelli visti durante l’ultimo Roma-Napoli, ha mobilizzato gli agenti nella ricerca di materiale proibito. Registrate numerose lamentele per l’accuratezza dei controlli, tanto che in molti hanno espresso il proprio disappunto di fronte alla richiesta di aprire i panini per mostrarne il contenuto.
Il fischio d’inizio ha poi dissolto la contestazione iniziale lasciando il giudizio al campo di gioco. Senza il blocco centrale del suo tifo più caldo, l’Olimpico ha accompagnato la gara tra lunghi silenzi e timidi approcci di sostegno. All’interno tutto è scivolato liscio, soprattutto dopo aver registrato l’ennesima delusione finale. Dai distinti lato Monte Mario (facenti parte proprio della Curva sud) si è sollevato l’unico coro: «Ci avete rotto il c….» accompagnato da una lunga bordata di fischi partita dal resto degli altri settori. Il clima ovattato avvertito nei 90 minuti si è trascinato stancamente anche dopo il triplice fischio. La rabbia e il malumore sono stati convogliati nell’indifferenza generale del tifo romanista, che ha preferito disertare il passaggio riservato all’uscita dei giocatori per le consuete foto di rito. Nessun problema inoltre durante il tragitto di ritorno del pullman del club (semi vuoto visto che la maggior parte preferisce tornare a casa con mezzi privati) che ha varcato i cancelli di una Trigoria semi deserta.
Prima di uscire dallo stadio, soltanto il Ceo Italo Zanzi è stato invitato a fermarsi dalle forze dell’ordine per visionare gli striscioni contro Pallotta apparsi in mattinata. Il dirigente è stato messo al corrente anche del materiale sequestrato durante i controlli perché ritenuto offensivo ed insultante.
Tra questi uno stendardo con la scritta: «Kick your ass». Un’altro messaggio provocatorio all’interno di una frattura, che ogni giorno di più, sembra difficile da ricomporre.