(E. Menghi) Tre gol, come la vecchia Roma sapeva fare. E forse un po’ si è ritrovata stasera, contro il Sassuolo, perché dopo cinque mesi riesce a segnare più di due gol in una partita ed è una (buona) notizia. Un imprevisto, come un piccolo infortunio per Keita nel riscaldamento, può cambiare la storia di una partita. Ѐ successo a Reggio Emilia, doveva giocare il maliano in 4-2-3-1 studiato da Garcia per dare una scossa, con Pjanic avanzato sulla trequarti e Gervinho e Ibarbo sugli esterni, invece l’inaspettato ko ha cambiato i piani all’ultimo e il tecnico giallorosso ha deciso di puntare sul discusso Doumbia. All’ivoriano bastano sei minuti per fare gol, il primo da quando è arrivato a Roma, su un bel cross di Pjanic dalla destra. Ѐ bravo a staccare di testa, cosa che non riesce a fare Sansone in copertura (ma doveva esserci Acerbi lì e Di Francesco se la prende anche con lui), il resto lo fa Consigli, incapace di trattenere il pallone anche se era sulla traiettoria. Al 22’ il centrocampista bosniaco calcia una bella punizione a giro, il portiere neroverde è attento e respinge. Cinque minuti più tardi, Florenzi fa un capolavoro e il raddoppio è servito: prima finta il cross, manda in bianco l’ex romanista Brighi e con un destro di collo esterno la piazza sotto l’angolino. Conclusione perfetta, quarta rete stagionale per il jolly che stasera ha giocato da terzino, ma ha segnato come un attaccante di lusso. Al 44’ Manolas, un po’ acciaccato, salva sul rasoterra di Missiroli, chiudendo in calcio d’angolo la prima azione offensiva dei padroni di casa. Nella ripresa sono invece loro i protagonisti di due occasioni clamorose, al 14’ serve un miracolo di De Sanctis per negare il gol al subentrato Zaza, autore di una grande girata al volo. Il ritmo si abbassa nel secondo tempo, la Roma non riesce a fare il suo gioco e, soprattutto, commette errori tecnici che costituiscono continui pericoli (De Rossi sbaglia almeno due palloni).
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