(M. Pinci) – “Non mi sarei mai aspettato che giocasse così tanto”, confidò Sabatini ai suoi collaboratori quando, a gennaio, aveva già onorato le condizioni fissate per riscattarlo. Mapou Yanga Mbiwa era arrivato a fine agosto per completare la rosa, quarto difensore nelle gerarchie iniziali del ds. Salvo diventare, per meriti propri e sfortune altrui (vedi Castan), il secondo nell’indice di gradimento Garcia: così 20 partite, termine per rendereobbligatorio il riscatto a 7,35 milioni dal Newcastle, le ha consumate in fretta. E ora ha iniziato gli straordinari: non più solo centrale, ma all’occorrenza anche terzino. Lo ha fatto per due spezzoni di gara contro Cesena e Napoli, difendendo lo striminzito vantaggio della squadra. Domenica a Torino, senza lo squalificato Torosidis e con Maicon ancora out, dovrebbe toccare nuovamente a lui sulla fascia destra, per la prima volta dall’inizio.
LA REPUBBLICA La nuova vita di Mapou da rincalzo a jolly. E Totti brucia i tempi
Ma Yanga Mbiwa non è un jolly inatteso: lo scorso anno in Inghilterra 12 gare su 23 le aveva giocate proprio da terzino, in Nazionale con Deschamps ha fatto il mediano. Ma non è la prima volta che il tecnico francese reinventa i propri uomini: era già capitato a Florenzi, centrocampista che Garcia s’è ritrovato prima a fare l’ala, con ottimi risultati, poi proprio il terzino destro. E in estate scoprendo Paredes, trequartista scuola Boca, monsieur Rudi ha visto in lui un regista: lì promette di impiegarlo, in futuro. Verso Torino, invece, il tecnico spera ancora in Totti: per lui solo una piccola parte dell’allenamento in gruppo. Parte di un lavoro personalizzato che il capitano spera possa consentirgli di tornare domenica.