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L’ANALISI di TORINO-ROMA Non è la stagione della Roma

L'analisi della partita
L’analisi della partita

Quando la prestazione non c’era, arrivavano i pareggi. Quando a Torino crei 14 occasioni da gol, segni solo su rigore. Realizzato dal migliore in campo per distacco, Alessandro Florenzi. Poi un lancio lungo, Bruno Peres che prende la palla fuori dal campo sotto gli occhi dell’addizionale Baracani. Palla a Vives, assist a Maxi Lopez e gol a porta vuota. Alla prima e unica occasione creata nell’area di De Sanctis in 94 minuti. Si potranno discutere le scelte iniziali di Garcia e i suoi cambi, ma la Roma a Torino ha dominato la squadra di Ventura. E nel giorno della migliore partita fatta dal 30 novembre a oggi, la Roma subisce il sorpasso al secondo posto da parte della Lazio. Pareggio n°12 in campionato, forse quello che lascia la maggiore amarezza. Chiari segnali, perfettamente contrari a quelli dello scorso anno: non è la stagione della Roma.

FUORI TOTTI – Garcia sceglie un tridente veloce per attaccare i centrali di Ventura. Iturbe e Ibarbo sbucano ovunque mentre Ljajic ripete la solita prestazione scialba, lenta, dannosa. Identica a quella del suo grande amico Pjanic. Nainggolan e Florenzi si sobbarcano il lavoro di tre compagni ciascuno, mentre De Rossi protegge bene Manolas e Astori che non lasciano neanche le briciole a Quagliarella e Martinez.

All’undicesimo inizia la caccia alla porta di Padelli: Maksimovic regala il pallone a Iturbe ma l’argentino non inquadra la porta dal limite. Ci riproverà con esito simile venti minuti più tardi. Nel mezzo, al 23′, è Florenzi a sprecare la migliore opportunità del primo tempo: giro palla veloce nella metà campo del Torino, Ljajic per la prima volta dalla trasferta di Cagliari gioca a due tocchi e mette Florenzi davanti a Padelli ma il tiro dell’esterno finisce in curva. Nei personalismi romanisti del primo tempo, al 36′ ecco Ibarbo che semina tre avversari ma in area calcia addosso a Maksimovic. Al 42′ la migliore occasione costruita col gioco: da Florenzi a Pjanic, combinazione con Iturbe e cross sul quale Florenzi non arriva. Nainggolan rimette al centro e Ljajic di testa spreca mandando al lato.

ZERO CONCRETEZZA – La ripresa è la sagra del gol sbagliato: al 3′ Nainggolan mette Ljajic davanti a Padelli, il serbo si prende un caffè in attesa che Moretti lo chiuda. Al 12′ il vantaggio romanista: De Rossi recupera con un’ottima interdizione a metà campo, lascia a Florenzi che lo trova in area con un colpo sotto. Il capitano romanista aspetta Moretti e con mestiere si procura un contatto da rigore. Dal dischetto, a sorpresa, va Florenzi e non sbaglia. Destro di rabbia e precisione, Padelli intuisce ma non può arrivare. Prima del pareggio di Maxi Lopez, Ibarbo ha anche l’occasione del raddoppio ma di testa nell’area piccola liscia il pallone. Un errore molto simile a quello che farà al 23′, quando grazia Padelli. Il portiere granata si esibisce in tre ottimi interventi: al 22′ su Iturbe, al 38′ su Florenzi con l’aiuto del palo e al 42′ su Nainggolan. Da segnalare il buon impatto di Ucan nei pochi minuti giocati al posto dell’evanescente Pjanic. Meriterebbe molto più spazio rispetto a chi, da quattro anni, non ha mai dimostrato con continuità di essere un grande giocatore.

DOUMBIA – L’attaccante ivoriano merita un paragrafo a parte: entra al 29′ della ripresa al posto di Ljajic e dà peso in area di rigore. Peso morto. Appena entrato, a tre metri da Padelli, centra Maksimovic sull’ennesimo cross perfetto di Florenzi. Gira a vuoto per quasi un quarto d’ora, sempre anticipato da Glik e Moretti, non proprio Sergio Ramos e Piquè. Al 42′ sul cross di Holebas prende bene posizione su Moretti ma a meno di cinque metri di Padelli, con la porta di fronte in posizione centrale riesce a schiacciare debolmente al lato. “Un giocatore a cui non bisogna insegnare come fare gol, per cui parlano le statistiche”. Caro Sabatini, in campo non vanno le statistiche ma i giocatori. E per segnare servono i giocatori forti, che sappiano fare gol. Non le pippe.

A cura di Daniele Luciani

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